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RECENSIONE NO SPOILER | Disponibile su Netflix ‘The Irishman’, il testamento del ‘gangster movie scorsesiano’

Robert De Niro e Joe Pesci tornano a recitare insieme dopo oltre 20 anni. A fianco a loro Al Pacino e Harvey Keitel

Pubblicato:27-11-2019 11:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:51

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ROMA – Il conto alla rovescia e’ terminato: ‘The Irishman’ è da oggi, 27 novembre, disponibile su Netflix. Presentato in anteprima mondiale al New York Film Festival, approdato successivamente alla Festa del Cinema di Roma, per fare il suo ingresso nelle sale italiane dal 4 al 13 novembre, solo in alcuni cinema selezionati, l’ultima attesissima pellicola di Martin Scorsese arriva finalmente sulla piattaforma streaming che ne ha permesso la realizzazione. 

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“E’ un film sulla nostra mortalità, sullo scorrere del tempo. Racconta il dispiegamento di una vita”, ha dichiarato Scorsese, presentando la pellicola in conferenza stampa, all’Auditorium Parco della Musica durante la Festa del Cinema di Roma. Una nuova epica saga sulla criminalità organizzata (della durata di 210 minuti), nella quale, a 24 anni di distanza da ‘Casino”, Robert De Niro e Joe Pesci tornano a recitare insieme. Dietro la macchina da presa uno dei maestri indiscussi di questo genere cinematografico. Il film, racconta uno dei maggiori misteri irrisolti della storia americana, la scomparsa del leggendario sindacalista Jimmy Hoffa. Nei panni di quest’ultimo un’altra star dall’indiscusso talento, Al Pacino, alla sua prima collaborazione con Martin Scorsese.

“L idea che fosse lui a interpretare Hoffa è stata di De Niro. Loro si rispettano, si vogliono bene e si vede. Sentivano che stavano facendo qualcosa di speciale in questo film”, ha aggiunto il regista. E sempre De Niro è stato colui che, nel libro ‘L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa’, ha individuato le caratteristiche di quel progetto da realizzare insieme all’amico Scorsese, di cui i due erano alla ricerca da oltre vent’anni. Una volta convinto il regista, lo scoglio da superare era trovare un produttore, cosa tutt’altro che semplice, visto l’altissimo budget che richiedeva la pellicola la quale, attraverso continui salti temporali, attraversa oltre tre decenni della storia americana.

A risolvere la questione e’ intervenuto il colosso Netflix: la piattaforma streaming “ha finanziato il progetto in toto, ci ha concesso completa libertà creativa e tutto il tempo che ci voleva per realizzare le riprese, oltre ad altri sei mesi per la post-produzione”, ha raccontato Scorsese. Una post-produzione piuttosto complessa, visto che è stato necessario ringiovanire i protagonisti di oltre vent’anni in molte scene del film, usando una tecnica del tutto innovativa. Niente schermi verdi o caschi da indossare per gli attori (“De Niro e Al Pacino non sarebbero mai stati d’accordo”, spiega il regista), ma un sistema di telecamere e software in grado di catturare le espressioni facciali degli attori sul set e di ringiovanirli, grazie alle loro versioni 3D computerizzate. Certo Scorsese avrebbe potuto utilizzare altri attori per i flashback presenti nel film, ma, racconta, non era cio’ che desiderava. “Volevo realizzare un film insieme ai miei amici, e’ un progetto personale”, ha aggiunto.

THE IRISHMAN, LA RECENSIONE

Un progetto che rappresenta la sintesi e l’epilogo di ‘un’epopea della criminalita’ scorsesiana’, intrisa di quella “melanconia, che risiede nel comprendere come la morte sia parte della vita, e nell’accettarla in quanto tale”. In ‘The Irishman’ Scorsese indaga quei “conflitti umani” archetipici, che, anche se ambientati nel passato, restano fortemente contemporanei.

Allo stesso tempo per i fan di Scorsese questo film rappresenta un viaggio a ritroso nel tempo, la possibilita’ di tornare negli anni ’60 di “Quei Bravi ragazzi” riassaporandone l’atmosfera e ‘sentendosi di nuovo a casa’. Certo i personaggi non hanno il carisma dei gangster movie di 20 anni fa, ma, come lo stesso regista ha dichiarato, non era questo l’intento, non c’e’ piu’ bisogno “di esaltare il potere criminale, perché è tutto nel passato, tutto è già successo e viene raccontato dal protagonista, oramai anziano. Non volevamo rendere spettacolare la storia”. A caratterizzare maggiormente i personaggi intervengono allora dei dialoghi brillanti, carichi di cinica ironia. La magistrale interpretazione di grandi interpreti fa il resto. Tre ore e mezza scorrono veloci e lasciano in bocca il sapore amaro dato dalla consapevolezza di trovarsi di fronte alla fine di un’epoca.

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