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Imprese, I-Com: “In 4 anni start up aumentate di oltre 6 volte”

Dallo studio emerge che la regione piu' virtuosa e' la Lombardia con 2.398 startup, seguita dal Lazio con 1.047

Pubblicato:27-11-2018 14:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:50

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ROMA – In soli quattro anni, dal 2014 al 2018, il numero delle start up in Italia e’ aumentato di oltre sei volte. In particolare si e’ passati dalle 1.541 piccole imprese innovative del 2014 alle 9.646 a novembre 2018.Una crescita trainata soprattutto dal Nord dove sono attive il 55% delle startup mentre il 24% si concentra il Sud, il 21 al centro. Sono questi alcuni dei dati piu’ significativi che emergono dallo studio su ‘l’economia delle regioni italiane e rapporti tra amministrazioni territoriali e imprese’ curato dall’Istituto per la competitivita” presentato oggi nella tappa conclusiva dell’osservatorio sulle relazioni territorio-impresa che ha toccato Torino, Milano e Napoli.
Dallo studio emerge che la regione piu’ virtuosa e’ la Lombardia con 2.398 startup, seguita dal Lazio con 1.047, dalla Emilia-Romagna con 901, dal Veneto con 874. Prima regione del sud la Campania, quinta in Italia con 743 piccole imprese innovative.


Il Meridione, nonostante non spicchi per numero di imprese, si distingue per un aspetto rilevante: la maggiore presenza giovanile nella compagine societaria.
Il presidente di I-Com Stefano da Empoli sottolinea che “la presenza e la futura evoluzione delle startup al Sud e’ una risposta alla crisi economica e occupazionale che colpisce soprattutto i giovani. Ora e’ necessario- prosegue- concentrarsi su due questioni fondamentali: la prima le competenze con la necessita’ di dotarsi di quelle giuste al posto giusto.
La seconda il mercato dei capitali destinati alle piccole imprese innovative ancora troppo asfittico e poco liquido. Lo Stato- sottolinea- deve favorire la creazione di un ecosistema virtuose e aperto che rende piu’ semplice l’accesso ai finanziamenti e spinga gli investitori privati a scommettere sull’innovazione”.
Altro elemento di interesse che riguarda il Meridione e’ il tasso di sopravvivenza delle imprese che e’ il piu’ elevato in Calabria, seguito da Abruzzo, Sicilia e Campania.
Lo studio affronta anche il tema del fisco locale evidenziando che Roma e Torino sono le citta’ con le imposte locali piu’ alte di Italia con la capitale che ha un’aliquota complessiva pari al 4,23% e Torino raggiunge il 4,13%.

MANOVRA. UNINDUSTRIA: CON TEMPI PIÙ LUNGHI MIGLIORA CONFRONTO CON UE

“Sta emergendo con grande chiarezza che la manovra, pianificata dal governo, trova difficolta’ a concretizzarsi”. Cosi’ Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria, interpellato dalla ‘Dire’ a margine di un seminario promosso dall’Istituto per la competitivita’ (I-Com) all’interno di #TAVOLOITALIA18.

Per Tortoriello e’ “fuori di dubbio che i due movimenti, i due partiti si erano presentati nella campagna elettorale con due forti obiettivi: uno il reddito di cittadinanza, l’altro quota 100. Ora queste due misure vengono riviste probabilmente in una pianificazione nei 5 anni, e quindi non nell’immediatezza.
Questo- conclude- potrebbe rendere il confronto con la comunita’ europea sicuramente migliore, anche Draghi ha evidenziato che probabilmente si raggiungera’ a un’intesa”.

ROMA. UNINDISTRIA: SERVONO PIÙ RISORSE, DIVENTI ATTRATTIVA

A Roma servono piu’ risorse e piu’ poteri? “Questo e’ sicuro, perche’ non e’ concepibile che una Capitale come Roma sia trattata con la stessa, identica logica di un piccolo o medio comune”. Lo sottolinea Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria, interpellato dalla ‘Dire’ a margine di un seminario promosso dall’Istituto per la competitivita’ (I-Com) all’interno di #TAVOLOITALIA18.

“Detto questo- osserva- e’ necessario che ci sia una progettualita’ e una visione su cui andare a innestare i vari progetti e quindi utilizzare le risorse per raggiungere gli obiettivi che ci si prefiggono”. La priorita’? “Fare di Roma una citta’ internazionale, attrattiva da tutti i punti di vista”, conclude.

PA. FANTINATI: IMPEGNO DEL GOVERNO PER DIGITALIZZAZIONE

“La semplificazione passa da una semplificazione innanzitutto di linguaggio: dobbiamo iniziare a scrivere le normative e le delibere in modo che siano capite dai cittadini, poi c’e’ la grande partita della digitalizzazione: ogni procedura, ogni operazione deve poter essere fatta, dal cittadino o dall’imprenditore, direttamente dalla sua scrivania”. Cosi’ Mattia Fantinati, sottosegretario alla Pubblica amministrazione, interpellato dalla ‘Dire’ a margine di un seminario promosso dall’Istituto per la competitivita’ (I-Com) all’interno di #TAVOLOITALIA18.
Cosi’, spiega, “si tolgono le code, si rende piu’ efficiente ed efficace il processo e si rendono misurabili le tempistiche della Pa. La nostra battaglia, non solo della Funzione pubblica ma di tutto il Governo- sottolinea il sottosegretario- e’ la semplificazione, che vuol dire semplificazione del codice degli appalti e snellimento della burocrazia per le imprese e per i cittadini, ma soprattutto la digitalizzazione della pubblica amministrazione, per raggiungere il nostro obiettivo che e’ trasformare la Pa”.
Un obiettivo, conclude Fantinati, che l’esecutivo intende raggiungere con lo sblocco del turnover: “Al posto delle persone che usciranno prenderemo giovani con le competenze legate al tecnico, capaci di trasformare la pubblica amministrazione e rendere operativo il nostro progetto”.

CRISI. DA EMPOLI (I-COM): SI FA ANCORA SENTIRE, NORDEST IN RIPRESA

Dallo studio effettuato dall’Istituto per la competitivita’ sulle relazioni tra imprese e territori per lo sviluppo economico “emerge una realta’ molto variegata da un territorio e l’altro: naturalmente la crisi si fa ancora sentire, solo il nordest e’ riuscito a tornare a livelli del 2005 ma non a quelli del 2007”. Lo sottolinea Stefano Da Empoli, presidente di I-COM, interpellato dalla ‘Dire’ in occasione della presentazione della ricerca a Roma.

“Ci sono aree- spiega- che hanno sofferto di piu’, in particolare il sud e le isole con qualche segnale di recupero nel sud, che invece manca per Sicilia e Sardegna. Quasi ovunque, come ci saremmo aspettati, le regioni del nord sono avanti negli indicatori ma ci sono alcune sorprese”.
Ad esempio, prosegue Da Empoli, “in testa alla classifica della spesa in ricerca e sviluppo c’e’ il Piemonte, che e’ l’unica regione ad andare oltre il 2%, mentre la Lombardia, regione che ci aspetteremmo aspettati essere leader, fa piu’ o meno come la mediocre media nazionale”.
Altra sorpresa e’ quella relativa alle infrastrutture: “La Campania- sottolinea il presidente I-Com- e’ appena dietro la Lombardia, la tallona. E anche altre regioni meridionali, in particolare la Puglia, non fanno cosi’ male”.
Insomma, “tanti elementi e tanti indicatori con alcune criticita’ come nei rapporti tra le pubbliche amministrazioni e le imprese e i cittadini, che abbiamo esaminato in termini di digitalizzazione, pressione fiscale e tempi di pagamento, dove emergono grossi elementi da migliorare”.

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