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Mediterraneo, studenti tra le due sponde: il ponte Luiss – Petra

A Roma il punto sull'iniziativa che offre 17 borse all'ateneo giordano

Pubblicato:27-11-2018 17:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:50
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ROMA – Un progetto che ha “arricchito l’esperienza educativa, il bagaglio culturale e le capacita’ personali di 17 studenti”: cosi’, intervenendo con un video-messaggio dal suo ufficio, in Giordania, il rettore dell’Universita’ di Petra Marwan Muwalla commenta l’iniziativa ‘Progetto Mediterraneo’ il cui primo bilancio e’ stato presentato oggi a villa Blanc, sede dell’universita’ privata Luiss-Guido Carli. Lanciato circa un anno e mezzo fa, il programma ha offerto borse di studio a 17 ragazze e ragazzi del primo ciclo iscritti all’ateneo giordano. Tra questi, oltre ai giovani giordani che hanno potuto frequentare per un anno la Luiss, anche sette rifugiati, cinque palestinesi e due siriani, che, impossibilitati a venire in Italia per ragioni burocratiche, hanno potuto usufruire di corsi tenuti da docenti Luiss a Petra.  “Ci aspettiamo che il progetto rilanci la regione mediterranea, dando piu’ peso alle partnership internazionali, consentendo un’aumento della mobilita’ studentesca e del personale docente” ha detto ancora Muwalla. “Offrire un’opportunita’ agli studenti della Luiss e agli studenti giordani, palestinesi e maltesi di incontrare altre culture e allargare le proprie prospettive” e’ l’obiettivo dell’iniziativa, secondo quanto dichiarato all’agenzia ‘Dire’ dal rettore della Luiss, Andrea Prencipe. “Il Mediterraneo non e’ una nozione geografica ma rappresenta un legame vero che mette in comunicazione il mondo che ci circonda” ha sottolineato Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro, che finanzia il progetto. “È fondamentale vivere insieme e costruire relazioni in un contesto come quello del Mediterraneo mantenendo sempre alto il rispetto per la cultura della diversita’”.

All’evento di oggi erano presenti, tra gli altri, anche Emma Marcegaglia, presidente di Eni e Luiss, e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. “Non dobbiamo aver paura di pensare in grande” ha detto Moavero, riferendosi al concetto di identita’ mediterranea. “Guardiamo lontano, questo era anche lo spirito dell’Italia del secondo dopoguerra. Aver saputo aderire, in quegli anni Cinquanta cosi’ difficili, all’Alleanza atlantica, quindi alla Santa alleanza con gli Stati Uniti d’America, e alla creazione delle prime comunita’ europee, sono state scelte che ci hanno donato non solo 70 anni di pace, ma anche 70 anni di benessere”.


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