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Università, Poletti aggiusta il tiro: “Non penso che i giovani siano bamboccioni”

ROMA - “La cronaca giornalistica del mio intervento di ieri a Job&Orienta a Verona mi suggerisce di puntualizzare

Pubblicato:27-11-2015 09:25
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:38

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ROMA – “La cronaca giornalistica del mio intervento di ieri a Job&Orienta a Verona mi suggerisce di puntualizzare il mio pensiero riguardo ai temi trattati, anche per evitare di vedermi accreditate opinioni che non mi appartengono”. Cosi’ il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, in una nota.

“Non ho mai pensato- spiega Poletti- che i giovani italiani siano “choosy o bamboccioni”; anzi ho sempre espresso e continuo a nutrire molta fiducia in loro e i tanti incontri di ieri a Verona mi hanno confermato in questa convinzione. Penso anche che laurearsi presto e con buoni voti sia un’ottima cosa. Le mie valutazioni erano riferite alla esigenza generale che la società italiana tutta, non i giovani, si chieda se il nostro modo di pensare la relazione tra l’organizzazione sociale, il sistema formativo, il lavoro e l’impresa sia adeguato ai nostri tempi e se offra ai nostri giovani le migliori opportunità per costruirsi un buon futuro”.

Giuliano Poletti


In questo contesto sottolinea Poletti, “ho riportato, probabilmente in modo troppo crudo, le osservazioni che mi fanno quotidianamente sia le persone che si occupano di ricercare e selezionare le persone per le imprese del nostro Paese, sia molti giovani che fanno esperienze internazionali, secondo cui in Italia si esce mediamente più tardi dal sistema formativo e questo rappresenta una limitazione delle opportunità per i giovani. Tutto qui. Mi piacerebbe che anziché schierarsi, come spesso accade nel nostro Paese, tra partigiani del pro e del contro, si provasse a sviluppare un confronto utile a fare insieme un passo in avanti in direzione della modernizzazione del Paese e nell’interesse dei nostri giovani”.

LA BAGARRE SUI SOCIAL – Su Twitter, intanto, l’uscita del ministro Poletti (Laurearsi a 28 anni con 110 e lode non serve a un fico) ha infiammato gli animi. C’è chi lo accusa di avere una visione limitata, chi gli ricorda che né lui né altri ministri hanno mai conseguito un titolo accademico (nemmeno a 28 anni…), e chi sostiene che, laurea o no, il lavoro non si troverebbe lo stesso…

 

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