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di Sara Calabria
WASHINGTON – Si è svolto presso i saloni dell’Omni Shoreham Hotel il 49esimo Anniversary Gala del Niaf, National Italian American Foundation, la più importante fondazione di italo americani nel mondo, come ha sottolineato orgogliosamente nel suo discorso introduttivo il Chairman Robert E. Carlucci.
Scopo della fondazione è quello di celebrare e sostenere i valori e la cultura italiani in America e di rafforzare il legame tra gli Stati Uniti e l’Italia.
A fare gli onori di casa il presidente della fondazione Robert V. Allegrini; nel corso della cerimonia sono stati consegnati dei riconoscimenti speciali a quegli italiani e italo americani che hanno fatto conoscere l’eccellenza del Made in Italy nel mondo.
Presenti all’evento, tra gli altri, l’ambasciatrice italiana negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, che ha ricordato come il mese di ottobre negli Usa sia dedicato alla celebrazione dell’italian heritage, il presidente della regione Lazio Francesco Rocca, quello della regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, Regione d’Onore 2024, l’ex governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo.
In rispettoso silenzio sono state accolte in sala, da parte di una comunità profondamente cattolica, le parole di papa Francesco, che ha mandato un suo messaggio in occasione dell’evento.
Il presidente Joe Biden, non presente all’evento come invece aveva fatto lo scorso anno, in cui aveva partecipato insieme alla First Lady Jill Biden (che è, tra l’altro, la prima First Lady di origini italo-americane della storia degli Stati Uniti) ha comunque inviato un messaggio videoregistrato. L’ex presidente Donald J. Trump, impegnato in questi giorni nel rush finale della sua campagna per le elezioni per la Casa Bianca, non è stato da meno, e ha inviato un video messaggio che è stato proiettato sugli schermi allestiti tra i tavoli apparecchiati per la cena.
Un evento, quello di ieri, sentito dal profondo del cuore da quegli italo americani che non hanno dimenticato le loro origini e che, anzi, le rivendicano con orgoglio. L’inno d’Italia e quello americano, cantati uno dopo l’altro, sono stati filmati con i cellulari praticamente da tutti i presenti, in un’atmosfera densa di commozione.
Il Niaf, infatti, da sempre ha dato voce ai milioni di italiani che hanno lasciato la loro terra d’origine in cerca del sogno americano, e ai loro discendenti (si calcola che siano oltre venti milioni gli italo americani che vivono negli Stati Uniti). E, ancora una volta, quella di ieri è stata l’occasione per celebrare un pezzo di storia a stelle e a strisce, che si tinge di tricolore. Storie che raccontano di partenze, di addii, di fatica, di lacrime. Perché le Little Italy, negli Usa, sono sparse un po’ ovunque.
“Vivevamo in poche stanze, eravamo sette persone e c’era un bagno soltanto. Ma avevamo due cucine” ha ricordato con un pizzico di commozione Gina M. Raimondo (attualmente 40th U.S. segretario al Commercio), premiata nel corso della serata con il Leonardo da Vinci Award in Public Service. Il food, infatti, è un filo rosso che ha sempre unito gli emigranti italiani negli Usa. E adesso che quegli emigranti di un tempo, sbarcati ad Ellis Island con le valigie di cartone, e i loro discendenti, hanno fatto fortuna, non vogliono dimenticare le loro origini: il Niaf distribuisce infatti borse di studio agli studenti italo americani meritevoli, che ne hanno bisogno. Così, sulle note di New York, New York, cavallo di battaglia di italo americani doc come Sinatra e Liza Minnelli, la storia continua.
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