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VIDEO | A Modena Hera crea un impianto per il riciclo della plastica rigida

Grazie ad Aliplast sorgerà un distretto di economia circolare che sfata il mito del plastic free

Pubblicato:27-10-2021 16:20
Ultimo aggiornamento:27-10-2021 17:34

Carlo Andriolo amministratore delegato Aliplast-min-min
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RIMINI – A Modena sorgerà, grazie agli investimenti del gruppo Hera un vero e proprio distretto di economia circolare. Al termovalorizzatore e al depuratore delle acque reflue già presenti si aggiungerà infatti un nuovo impianto per la rigenerazione e il riciclo delle plastiche rigide, come il polipropilene e il polietilene ad alta densità. Protagonista del progetto è la controllata di Herambiente Aliplast che a Ecomondo, il salone della Green economy di Italian Exhibition Group in corso a Rimini, rilancia il proprio impegno per continuare a chiudere il cerchio di questo materiale ritenuto imprescindibile.

D’altronde, spiega l’amministratore delegato di Aliplast, Carlo Andriolo, il “plastic free” è un “falso mito: la plastica, vista anche l’esperienza del covid, è un materiale sano, leggero, robusto che ha moltissimi vantaggi”. Occorre però, precisa, “cercare di utilizzarlo al meglio, dunque portare al riciclo la quota più alta possibile, ma prima di tutto raccoglierlo in maniera separata e anche progettare e disegnare i prodotti in plastica con l’idea di poterli riciclare in modo facile”. Cosi, e “con gli investimenti, è possibile raggiungere obiettivi di incrementi molto significativi del riciclo della plastica, nell’ordine del raddoppio o della triplicazione in pochi anni”.

Al momento, continua l’ad, “ricicliamo l’equivalente di 2.000 autotreni carichi di plastica tutta compattata all’anno, un numero grandissimo considerando che la plastica è molto leggera. Viene richiesto, sottolinea, il lavoro di circa 400 persone e di tutto l’indotto. “Il nostro obiettivo è di incrementare nel 2021 del 20% la plastica che ricicleremo e siamo su un percorso di piena crescita per arrivare al 70% nel 2025 e al 150% al 2030”.

Anche grazie, appunto, al nuovo impianto di riciclo. La plastica, argomenta Andriolo, è “una famiglia e sono diversi i polimeri, le filiere produttive e quelle di riciclo. Oggi siamo focalizzati su circa più della metà di questo universo e inizieremo con quelle rigide”: è in corso di ultimazione la progettazione di un impianto innovativo, per riciclare a regime 30.000 tonnellate, che sarà sito a Modena “all’interno di un comprensorio circolare che darà una serie di vantaggi. Infatti, l’energia elettrica può essere attinta dall’adiacente termovalorizzatore dove i sobballi di lavorazione vengono avviati a smaltimento recuperando quota enegetica. E poi la depurazione delle acque di processo a fianco.

Dunque, ribadisce, “un’infrastruttura pienamente integrata nel parco impiantistico di Hera”. Sul fronte della qualità della plastica riciclata incidono “molti fattori, innanzitutto il tipo di rifiuto, il processo produttivo e le sue ricette. Noi produciamo riciclo di alta qualità, recuperiamo delle plastiche di un livello pari o quasi pari a quello delle plastiche vergini. La sfida- aggiunge l’ad- è difficile sui grandi volumi, ma stiamo investendo in innovazione per portare una qualità sempre più alta”. Già oggi alcuni prodotti di largo consumo come i flaconi dei detersivi “hanno all’80% e anche al 100% la nostra plastica”.
Plastica, conclude, che “può essere riciclata in continuo ma con più difficoltà rispetto altri materiali. Ci vuole un’attenzione particolare nel processo di riciclo per essere sicuri che non sia danneggiata”.


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