ROMA – Daniele Vaccarino è stato confermato Presidente della CNA Nazionale per il prossimo quadriennio. Imprenditore piemontese, Vaccarino dal 1987 è amministratore della Carmec srl, azienda metalmeccanica operante nella cintura torinese.
Durante il suo primo mandato ha condotto la CNA attraverso un percorso di profondo rinnovamento e di cambiamento, finalizzato a farla diventare un Sistema maggiormente omogeneo e coeso, sempre più vicino alle imprese e sempre più protagonista nelle trasformazioni del Paese.
“Non possiamo non notare che le scelte politiche più importanti per il nostro mondo (le politiche industriali, le politiche fiscali e creditizie) assomigliano a fotografie in cui il soggetto centrale non è perfettamente messo a fuoco” evidenzia il presidente della Cna, Daniele Vaccarino, nella sua relazione all’assemblea nazionale.
Per la confederazione “c’è una costante sottovalutazione del nostro ruolo. E dire che noi siamo il centro del sistema produttivo italiano. Abbiamo accumulato grandi capacità e competenze straordinarie”, rivendica Vaccarino.
“Contribuiamo in gran parte a fare del paese la seconda potenza manifatturiera dell’Europa. Siamo determinanti- prosegue- non solo nei settori produttivi tradizionali, come spesso si crede; siamo protagoniste sui mercati esteri, contribuendo in misura sostanziale al successo del Made in Italy anche in paesi lontani e, a prima vista, difficili. Abbiamo costruito noi quel modello interconnesso di economia e società che costituisce un unicum nel mondo, in cui spesso il sapere e il saper fare viene trasferito con sapienza dai nostri pensionati ai giovani”.
“Un modello- aggiunge- intriso di bellezza e qualità che in molte espressioni dell’artigianato merita davvero di essere riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’umanità!“
“Lo sviluppo che vogliamo- aggiunge ancora Vaccarino- è un impegno di lungo termine ed è frutto di volontà individuali e di volontà comuni. Di capacità, coraggio e lungimiranza individuale e collettiva. Di bussole che non ti fanno navigare a vista“.
“Naturalmente mantenere la rotta giusta non è solo la responsabilità della politica e delle istituzioni ma di tutta la classe dirigente del paese che- conclude- deve essere animata dal comune impegno a dare alla nostra Italia e ai nostri figli un futuro all’altezza della sua storia. Noi ci crediamo e vogliamo essere ancora un fattore propulsivo dell’economia e dello sviluppo sociale”.
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