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Case troppo care a Venezia, chi vince un concorso pubblico rinuncia al posto

Sono in aumento le rinunce di chi vince concorsi nel pubblico: il problema dell'alloggio a Venezia, dicono i sndacati, sta diventando impossibile: "Il mercato è drogato dall'effetto turismo"

Pubblicato:27-09-2024 15:37
Ultimo aggiornamento:27-09-2024 15:37

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VENEZIA – Continuano le rinunce di molte persone a prendere servizio nei settori pubblici nella provincia di Venezia nonostante si siano superati i concorsi. E spesso le graduatorie si esauriscono. Il tema sta preoccupando, e non poco, la Cisl Venezia, che aveva denunciato il fenomeno già nei mesi scorsi. Tanto che è andata a parlarne direttamente il prefetto Darco Pellos. Nella sanità pubblica, o nella convenzionata, negli enti locali, nelle case di riposo, all’Inps, Inail, all’Agenzia delle Entrate e delle Dogane, “si fa sempre più fatica a garantire gli standard e la qualità dell’offerta”, avvisa il sindacato. A inizio estate la Cisl di Venezia aveva lanciato l’allarme per le 870 nuove assunzioni previste nel pubblico: 360 persone sono attese nelle Agenzie fiscali (300 in quella delle Entrate e 60 in Dogana), 10 al ministero dell’Interno come funzionari. Poi c’è un altro pacchetto di 500 nuovi arrivi: 100 all’Inps e 100 in altri ministeri. Entro la fine del 2024, invece, in 200 troveranno posto tra sanità pubblica e privata. Tra Regione, Città metropolitana e Comuni si contano 100 nuovi dipendenti attraverso i concorsi. Peccato che si tirino indietro.
“Purtroppo aumenta il tasso di rinunce– dice il segretario della Funzione pubblica della Cisl Venezia Massimo Grella- e ci preoccupa per l’immediato ma anche in prospettiva. Avere servizi efficienti nel territorio è sinonimo di garanzia per la comunità e per la sua tenuta sociale”. Per la ci sono due problemi: il primo è lo stipendio, “giustamente considerato non congruo al tipo di lavoro e ai titoli richiesti”; l’altro è il costo della casa, “troppo elevato in un mercato drogato dall’effetto turismo e non regolato dalle istituzioni”.

Ecco allora che la Cisl di Venezia chiede “nuove regole per il mercato immobiliare, perché per qualunque dipendente diverrà impossibile concorrere alle cifre che si realizzano con i turisti”. Un esempio, l’ospedale di Jesolo: la stagione estiva dura quattro-cinque mesi; ebbene, da ottobre ad aprile si riesce ancora, “ma con fatica, a trovare degli alloggi dignitosi e a un prezzo accessibile. Da maggio a settembre, invece, è l’esatto contrario e questo si ribalta, con richieste già folli per la maggioranza della popolazione, figurarsi per chi ha uno stipendio da 1.300-1.500 euro, a seconda della qualifica”, evidenzia la Cisl, che quindi invita i datori di lavoro a mettere a bilancio “risorse per favorire, quantomeno, una prima sistemazione a costi accessibili, almeno per il biennio iniziale, per permettere a chi arriva da fuori di poterla pagare e avere quei soldi necessari per potersi creare una famiglia e inserirsi nella comunità”.

Grella richiama l’attenzione anche sulla norma “Taglia idonei”. Funziona così: nei concorsi pubblici la graduatoria si ferma entro il 20% dei posti successivi ai vincitori. Ad esempio, con 100 posti, in presenza di rinunce, si scorre l’elenco sino al 120esimo posto, il 121esimo resta fuori. “E in questo contesto già molto difficile – precisa Grella- si rischia di non coprire i posti vacanti“. La Cisl ha portato il tema casa al tavolo col prefetto: “Siamo davanti a rischi concreti”. Il segretario di Venezia Michele Zanocco avverte: “L’abitazione è l’elemento abilitante per attirare l’occupazione necessaria a sostenere l’economia del nostro territorio. Serve adeguare gli stipendi alle attività richieste e servono proposte nuove per rendere il mercato immobiliare disponibile a nuovi lavoratori, pena il declino economico e sociale della provincia di Venezia”.


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