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La Space Economy al G20 (anche grazie all’Italia)

A Roma la due giorni 'G20 Space Economy Leaders Meeting 2021’

Pubblicato:27-09-2021 12:30
Ultimo aggiornamento:27-09-2021 12:37

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ROMA – Settemila professionisti, duecento aziende disseminate lungo tutta la Penisola, un fatturato da due miliardi di euro e la prospettiva di crescere ancora. Sono i numeri del settore spaziale italiano, impegnato sui fronti dello sviluppo economico e dell’innovazione. Se ne è parlato il 20 e 21 settembre all’evento ‘G20 Space Economy Leaders Meeting 2021’, una due giorni organizzata dall’Agenzia spaziale italiana, l’Asi, con una sessione dedicata al confronto tra i leader delle agenzie spaziali di tutto il mondo e, per la prima volta, una sessione per l’industria. “Non esiste economia spaziale senza industria”, ha chiarito il presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia. 

In Italia, l’industria spaziale è rappresentata non solo da grandi realtà, come i colossi Leonardo, Thales Alenia Space e Ohb, ma anche da una miriade di piccole e medie imprese e start-up che con il loro lavoro contribuiscono in maniera determinante alla catena del valore spaziale. Saccoccia ha ricordato la recente pubblicazione del nuovo Catalogo dell’Industria Spaziale Italiana, con il dettaglio di prodotti, servizi, applicazioni e tecnologie, sottolineando l’obiettivo di includere la Space Economy nel Business 20 (B20) Forum, cioè il forum globale di dialogo della comunità imprenditoriale con il G20.

La Space Economy produce ricchezza e anche benessere, noi abbiamo l’onere e l’onore di portare lo Spazio nell’agenda di tutti”, ha sottolineato il presidente di Asi nella prima sessione del meeting, le cui parole chiave sono quelle scelte dalla presidenza italiana del G20 People, Planet, Prosperity. Tre pilastri di cui il settore spaziale conosce bene l’essenza. Uno dei temi principali della Space Economy è proprio quello dell’uso delle tecnologie spaziali per il miglioramento della vita sulla Terra, per cui lo Spazio diventa, di fatto, un mezzo per migliorare la vita delle persone. L’uso delle tecnologie di derivazione spaziale aumenta, e la pandemia lo ha mostrato bene, specie nei campi della telemedicina e della didattica a distanza. Sul fronte della protezione del pianeta Terra, lo Spazio offre molteplici missioni che controllano lo stato di salute del pianeta dallo Spazio, contribuendo lalla mappatura di terre e coste per agevolare la programmazione di interventi di protezione o la costruzione di nuove infrastrutture. Senza dimenticare il ruolo dei satelliti nel controllo dell’inquinamento e quello legato ai dati relativi ai cambiamenti climatici.


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Peraltro quest’anno Italia e Gran Bretagna condividono la presidenza della Cop26 con lo scopo di mettere al centro dell’agenda multilaterale i temi dei cambiamenti climatici e della tutela della biodiversità. Infine, il terzo pilastro: quello della prosperità, del benessere. La Space Economy porta dati e tecnologia in grado di migliorare le condizioni di vita. Le agenzie spaziali, ha ricordato il presidente di Asi, sono disponibili a mettere a disposizione le loro competenze per affrontare sfide globali. 

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Tra le sfide individuate per il settore spaziale nel prossimo futuro, ci sono quelle legate alla sostenibilità e alla collaborazione. Uno dei problemi che attanaglia lo Spazio è quello dei rifiuti spaziali. Si tratta di detriti, di satelliti dismessi, di schegge che vagano: costituiscono un vero e proprio inquinamento, pericoloso per le apparecchiature in funzione. Per arginarlo bisogna fare squadra, come accade spesso per le attività spaziali. A questo proposito, però, non basta il solo coordinamento. Il tema sul tavolo è anche quello della regolamentazione dello Spazio. Insomma, di lavoro da fare ce n’è tanto, su più piani. Intanto, dal meeting le agenzie spaziali assicurano il loro impegno per la crescita sostenibile. 

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