NEWS:

Tridico si difende: “Non ho deciso io l’aumento del mio stipendio”

In una lettera inviata al direttore di 'Repubblica', il quotidiano che ha sollevato il caso, Pasquale Tridico scrive: "Non prenderò arretrati"

Pubblicato:27-09-2020 09:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:57

reddito di cittadinanza
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Il giorno dopo la bufera esplosa sulla questione del raddoppio del suo stipendio, il presidente Inps si difende in prima persona. In una lettera inviata al direttore di ‘Repubblica‘, il quotidiano che ha sollevato il caso, Pasquale Tridico scrive: “Mi ha sorpreso il modo in cui e’ stata trattata la vicenda, che soprattutto in Rete ha scatenato centinaia di commenti sfociati anche in minacce e insulti alla mia persona. Ma a colpirmi e’ stato anche il fatto che nessuno del suo giornale mi abbia chiesto preventivamente una dichiarazione, con la quale avrei subito fatto chiarezza su molte cose”.

LEGGI ANCHE: Stipendio triplicato a Tridico, Conte: “Accertamenti in corso, poi farò valutazione”

“Tutto l’articolo- prosegue- ruota intorno a due falsi: per effetto del decreto interministeriale che stabilisce i compensi del Cda di Inps (e Inail), al sottoscritto sarebbe riconosciuto un arretrato di 100mila euro. Questo il primo falso. La realta’ invece e’ che la nuova misura del compenso previsto per il Presidente dell’Istituto decorrera’ non da maggio 2019, bensi’ dal 15 aprile 2020, vale a dire da quando si e’ insediato il CDA e ne ho assunto la carica di Presidente. Il secondo falso e’ che non e’ nei poteri del Presidente o di qualsiasi altro organo dell’Istituto determinarsi i compensi”.


“Detto questo- spiega Pasquale Tridico- sul tema dei miei compensi mi sembra doveroso ripercorrere brevemente i fatti e le norme per come si sono succeduti. Sono stato nominato Presidente Inps con decreto del Capo dello Stato in data 22 maggio 2019. Successivamente, a giugno 2019, con nota del Gabinetto del Ministero del Lavoro venivano proposti i compensi del Cda che si stava costituendo: 150mila euro lordi per il presidente, 100mila per il vice e 23mila per i 3 componenti del consiglio. Nel frattempo, la crisi di governo dell’agosto 2019 ha ritardato la nomina del Cda. Cosi’, solo dal 15 aprile 2020 ho assunto le funzioni di Presidente del Cda. Nella prospettiva della ricostituzione del Cda dei due enti, la legge 28 gennaio 2019, n. 4, aveva previsto che, con apposito decreto interministeriale, sarebbe stata fissata la misura dei compensi dei predetti organi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Tant’e’ che detti compensi sono finanziati attraverso la riduzione di spese di funzionamento di Inps e Inail”.

Pasquale Tridico prosegue: “Il 15 luglio 2019 il Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo della Presidenza del Consiglio ha avviato l’iter per la determinazione dei compensi del Presidente e degli altri componenti del Cda dei due enti, sulla base di una Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 gennaio 2001 che fissa i criteri e gli indicatori da assumere a riferimento a tal fine; direttiva che dal 2001 detta le regole per la fissazione dei compensi degli Organi di tutte le Amministrazioni pubbliche, suggerendo l’utilizzo di un apposito software per determinare i compensi per il Cda sulla base del bilancio dell’Istituto e del numero di dipendenti. Tale software restituiva un compenso per il Presidente Inps e per il Cda molto piu’ elevato: per il Presidente di 240 mila euro, pari al compenso dei dirigenti centrali dell’Inps, e ai vertici di amministrazioni simili. Tuttavia, il decreto interministeriale del 7 agosto 2020 del Ministro del Lavoro e del Ministro dell’Economia, decreto necessario e conseguenziale all’insediamento del CDA, stabilisce 150mila euro per il Presidente, 40mila euro (elevabili a 60mila in funzione delle deleghe esercitate) per il Vice Presidente e 23mila euro per ognuno dei componenti del Cda. Insomma, i Ministeri vigilanti sono intervenuti per ridurre la misura derivante dall’applicazione di quelle regole”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it