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In piazza con ‘Non una di meno’ per aborto sicuro

Articolo dedicato alla giornata dell'aborto sicuro del 28 settembre di Raffaella Sirena, giornalista coinvolta nella rete DireDonne

Pubblicato:27-09-2019 20:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:45
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ROMA – In un periodo in cui i diritti delle donne sono messi in discussione, torna a farsi sentire forte la voce della protesta femminista. Domani 28 settembre, in occasione della giornata mondiale per l’aborto libero e sicuro, scenderanno in piazza in tutta Italia le donne per chiedere il pieno riconoscimento dell’autodeterminazione e l’applicazione della legge 194 per garantire che le interruzioni volontaria di gravidanza (IVG) siano libere e sicure.

“Negli ultimi mesi- dichiarano in una nota le organizzatrici di Non Una di Meno- abbiamo assistito al preoccupante aggravarsi di un attacco patriarcale e razzista. Stupri, femminicidi e violenze contro le donne e le persone LGTB non soltanto sono aumentate di intensità, ma hanno trovato anche sempre più una pericolosa legittimazione sulla stampa e nel discorso politico”. Così, in un articolo dedicato alla giornata dell’aborto sicuro di domani, sabato 28 settembre, è Raffaella Sirena, giornalista coinvolta nella rete DireDonne.

“Nei tribunali e negli ospedali- continuano le organizzatrici di Non Una di Meno- l’autodeterminazione e la salute delle donne sono sempre più calpestate dal 70% dei medici obiettori di coscienza, da pratiche di patologizzazione e psichiatrizzazione e da una giustizia maschilista. Vogliamo molto più della 194: la maternità è una scelta, non un dovere verso la patria. Vogliamo gli obiettori fuori dagli ospedali e dai consultori, la pillola abortiva accessibile e senza ospedalizzazione, la Pas fuori dai tribunali e il ritiro immediato del ddl Pillon e di qualsiasi testo unificato che ne derivi”. Intanto- scrive Raffaella Sirena- un primo risultato sembrerebbe raggiunto con l’archiviazione del ddl sull’affido condiviso in base alle recenti dichiarazioni della neoministra alle Pari opportunità e Famiglia Elena Bonetti, la quale ha scritto in un tweet: ‘Se mi hanno lasciato nel cassetto una copia del decreto Pillon? Non mi sono informata ma per quanto mi riguarda resterà nel cassetto’.


Ma sulla questione dell’aborto a livello internazionale ci sono molti elementi di preoccupazione: in Argentina ad agosto dello scorso anno il Senato ha bocciato la proposta di legge sull’interruzione volontaria della gravidanza, la possibilità di abortire è concessa solo alle donne vittime di stupro o a quelle la cui vita è seriamente messa in pericolo dalla gravidanza e anche negli USA ci sono state recenti leggi che negano il diritto all’aborto, come in Alabama, Georgia, Ohio, Kentucky, Louisiana, Mississippi e Missuori.

In Italia, pur essendoci una legge- continua Sirena- ci sono tanti ostacoli concreti dovuti all’altissima percentuale di medici obiettori nei consultori e negli ospedali pubblici. Di questo tema si occupa la graphic novel “Vita. L’aborto di un Paese civile”, realizzata da Anna Cercignano per le edizioni AltraInformazione. La pubblicazione di quest’opera è stata finanziata tramite un crowdfunding con l’obiettivo di raccontare, attraverso i disegni, i diritti sessuali e riproduttivi, utilizzando dati e rapporti di Amnesty International. Come afferma l’autrice Anna Cercignano: “Questo libro l’ho realizzato in collaborazione con i promotori di Obiezione Respinta. Il caso ha voluto che la prima presentazione si svolgerà a Padova il prossimo lunedì 30 settembre. Saremo ospiti di Non Una Di Meno Padova, insieme a tante belle persone, per parlare di diritto all’aborto e del perché ho deciso di mettere questa esperienza su carta”.

(Foto: il fumetto “Vita. L’aborto di un paese civile” di Anna Cercignano)

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