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ROMA – Orientare la politica agricola comune “per una più incisiva azione dell’Europa nei confronti dei cambiamenti climatici” e premiare gli agricoltori che adottano pratiche ‘green’. Mentre migliaia di studenti scendono in piazza in tutto il mondo per il clima, a parlare di sostenibilità è Paolo De Castro, Coordinatore del gruppo dei Socialisti e Democratici della commissione Agricoltura del Parlamento Ue, intervistato dall’agenzia Dire.
“Dobbiamo fare di piu’ sul clima e per un’agricoltura sostenibile- ha detto De Castro- per questo ci stiamo battendo come gruppo, perche’ dobbiamo usare la riforma della politica agricola comune come chiave per combattere i cambiamenti climatici. L’europa- ha aggiunto- con Cop 21 ha dimostrato di essere sensibile al tema dei cambiamenti climatici rispetto ad altri Paesi, e di essere un driver per il cambiamento. Ma non c’è dubbio che bisogna fare di più. Auguriamoci che questa sensibilità si traduca in azioni concrete e impegni da parte di tutti i governi”.
“Abbiamo tutto il tempo- ha assicurato De Castro- per fare una buona riforma della Pac che risponda alle nuove esigenze dei cittadini e che incentivi pratiche sostenibili per dare risposte ai cambiamenti climatici. L’ambiente deve diventare un’opportunità per gli agricoltori. Il nuovo paradigma deve essere: chi fa di più per l’ambiente riceve di piu”.
“Non ho vissuto bene l’abbandono di Renzi ma non vedo difficoltà nel medio e lungo periodo: può favorire il dialogo coi 5 Stelle che si sta avviando positivamente, e non credo rappresenti un rischio per il governo. In fondo c’è l’obiettivo di rafforzarlo”. Cosi’ l’europarlamentare Dem, Paolo De Castro, intervistato dall’agenzia Dire.
“La speranza- ha aggiunto De Castro- è che poi si possa ritornare a formare un’area riformista forte e capace di contrastare i movimenti sovranisti, che sono pericolosi e che l’Europa in queste elezioni europee ha limitato”.
E a questo proposito De Castro ha espresso il sollievo europeo per il cambio di governo italiano. “Il leitmotiv a Bruxelles di questa estate- ha detto- è stato ‘ben tornata Italia’. Ricordo che Salvini in Europa è visto come la Le Pen, nel gruppo che più di tutti lavora per distruggere l’Europa.
E per difendersi- ha spiegato- l’Europa ha “applicato il cordone sanitario: nulla alle forze sovraniste e antieuropee, nessuna presidenza, nessun ruolo. Cerchiamo di limitarle perche’ loro lavorano per distruggere, invece noi lavoriamo per costruire un’Europa migliore per il futuro”.
La battaglia sulle etichettature di origine in Ue è fondamentale, “perchè dobbiamo informare e non condizionare” differentemente da quello che fanno “i meccanismi a colori che scoraggiano il consumo di certi alimenti, come i semafori inglesi che sono senza fondamento scientifico”. A dirlo è Paolo De Castro, Coordinatore del gruppo dei Socialisti e Democratici della commissione Agricoltura del Parlamento Ue, intervistato dall’agenzia Dire.
“La battaglia è italiana e non solo” ha detto De Castro ricordando che “il Parlamento europeo si è espresso con larga maggioranza a favore dell’etichettatura di origine”.
Il sistema introdotto da aprile 2020 in Europa, non protegge però i prodotti tipici al di fuori dei confini del Vecchio Continente. “Noi dobbiamo difendere la nostra produzione- ha sottolineato De Castro- ma fuori dall’Europa queste regole non esistono. Diventa fondamentale, dunque, gestire accordi per proteggersi da chi imita certe produzioni e si appropria di una quota di valore è nostra. Lo dobbiamo fare con gli accordi perche no cè un copyright sui cibi. Il regolamento europeo sulle indicazioni geografiche non vale, ad esempio, in Brasile”.
“È comprensibile la posizione degli Stati Uniti perché l’ago della bilancia economica pende a favore dell’Europa per 100 miliardi di euro l’anno. Che gli Usa vogliano bilanciare la situazione è comprensibile ma non si risolvono i problemi con le minacce o con i dazi, si risolve trovando equilibri”. Lo ha detto Paolo De Castro, Coordinatore del gruppo dei Socialisti e Democratici della commissione Agricoltura del Parlamento Ue, intervistato dall’agenzia Dire.
“Una parte delle cause del rallentamento della crescita economica in Ue- ha aggiunto- è figlia del clima di protezionismo che ha inaugurato l’amministrazione americana. Ci augriamo che si torni a un tavolo per discutere”.
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