NEWS:

Migranti, Bonnefoye (Forum Tunisia): “Rifiutiamo ipocrita Salvini”

"Qui seguiamo tutti con attenzione le scelte assunte dal nuovo governo", dice l'attivista.

Pubblicato:27-09-2018 17:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:36

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Il primo ministro Yousseff Chahed, secondo quanto riportano alcuni quotidiani, si è rifiutato di vedere il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Scelta comprensibile, dato che in passato ha detto che la Tunisia è un Paese di terroristi e da cui partono solo galeotti e malviventi. Noi abbiamo anche scritto una lettera aperta a proposito della sua politica migratoria, che troviamo profondamente ipocrita: quasi 9mila italiani vivono in Tunisia per cercare opportunità di lavoro e crescita. Esiste uno scambio naturale tra i due Paesi, in termini economici, commerciali, di risorse umane. Ora tutto ha assunto un aspetto problematico”. A parlare con l’agenzia ‘Dire’ è Valentin Bonnefoye, del Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes). Bonnefoye è lui stesso simbolo dei legami di cui parla, tra le due sponde del Mediterraneo: di origine francese, vive e lavora a Tunisi presso il Forum da un anno e mezzo. Anche lui si fa portavoce “dell’indignazione” che una parte della società civile tunisina prova per le politiche migratorie dell’esecutivo italiano: “Qui seguiamo tutti con attenzione le scelte assunte dal nuovo governo”, dice l’attivista. Che ricorda “la questione dei respingimenti di tunisini dall’Italia e il nuovo accordo sul tema”, sul tavolo dei negoziati delle autorità di Roma e Tunisi. Il Forum oggi ha diffuso una lettera aperta indirizzata a Salvini, spiega Bonnefoye, “a cui però non hanno aderito altre associazioni: siamo venuti a sapere tardi della visita di Salvini”. L’attivista riferisce anche di “una mobilitazione di protesta stamani davanti la sede del ministero dell’Interno, a Tunisi, organizzata da alcuni collettivi”, mentre era in corso l’incontro tra il capo del Viminale e il suo omologo, Hichem Fourati. Al sit-in hanno aderito una quarantina di persone, calcola Bonnefoye: “Neanche loro hanno avuto il tempo di organizzarsi”.

 

La lettera, firmata dal presidente del Forum, Messaoud Romdhani, è un atto d’accusa contro Salvini. “Il suo arrivo al potere e i suoi interventi mediatici preoccupano l’Europa e i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, che lei denigra” si legge nel testo, nel quale gli attivisti si rivolgono direttamente al ministro dell’Interno e vice-premier italiano. “La sua posizione anti-migratoria, che denuncerebbe un’invasione, dimostra un un triplice paradosso”. Il primo, scrive il Forum tunisino, riguarda proprio i numeri di tale “invasione”: “Mentre nel 2017, e per effetto del patto che il suo predecessore Marco Minniti ha siglato con le autorità libiche, gli arrivi sulle coste italiane sono scesi quasi dell’80 per cento (al 23 settembre 2018, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha indicato 21.204 arrivi, contro i 119.369 deel 2017). Lei sostiene che l’Unione europea stia subendo un’invasione quando invece arriva un numero significativamente minore di rifugiati e immigrati rispetto a molti altri Paesi del mondo”. Romdhani ricorda l’esodo degli italiani dalla fine dell’Ottocento in poi, “anche loro in situazioni irregolari, senza visto di lavoro, e vittime di discriminazione”. Verso gli Stati Uniti, “tra il 1860 et 1920 le stime parlano di 4,5 milioni”. In Tunisia, ad oggi, se ne contano “8.645, assieme a molti altri europei”. Un terzo paradosso sarebbe il recente decreto su sicurezza e immigrazione, che, stando al Forum, “aumenta gli irregolari”. “Lei vuole aumentare i rimpatri, allorché all’Italia manca manodopera” denuncia Romdhani. Convinto che “l’arrivo di lavoratori stagionali dalla Tunisia”, regolata tra le due autorità, sarebbe una soluzione a molti problemi. Infine, il Ftdes condanna “la criminalizzazione delle ong”, citando il caso dell’Aquarius II: “La media dei morti annegati nel Mediterraneo è aumentata” si legge nella lettera: “Si è arrivati a una vittima su 18, contro una su 42 del 2017”.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it