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Telemedicina, mancati rimborsi e paura errori frenano innovazione

Lo afferma Alberto Tozzi, responsabile Innovazione e Percorsi Clinici dell'ospedale Bambino Gesù di Roma.

Pubblicato:27-09-2018 14:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:36

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BARI – “E’ troppo tempo che parliamo di telemedicina senza farne uno strumento clinico di routine. Eppure i pazienti si aspettano di usare i servizi sanitari come usano altri servizi online. La resistenza all’adozione di essa, in Italia come in molti altri Paesi, riconosce alcune semplici ragioni: la mancanza di una politica per il rimborso delle prestazioni e il timore di incorrere in errori con conseguenze legali per il professionista che se ne occupa tra le più importanti. Quello di cui abbiamo bisogno sono i dati e di qualcuno che abbia competenze nel gestirli. Resta il fatto che il paziente rimane il regista di tutto”. E’ quanto afferma Alberto Tozzi, responsabile Innovazione e Percorsi Clinici dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, in occasione del Congresso nazionale Aisdet, in corso a Bari.

“Un’altra ragione spesso invocata- continua Tozzi- è la scarsità di evidenze riguardo l’impatto della telemedicina sulla qualità delle cure. E’ spesso una questione di metodo. Le tecnologie non possono essere trattate come i farmaci per quanto riguarda la loro valutazione e i tradizionali clinical trial randomizzati sono lunghi e costosi, difficilmente applicabili a dispositivi e processi che cambiano velocemente. La telemedicina- spiega Tozzi- è una rivoluzione per i processi di cura. Niente più frammentazione dei processi, ma un percorso continuo, maggiore rapidità degli interventi, meno tempo per le risorse sanitarie, integrazione dei dati generati dai pazienti. In alcune realtà più avanzate si pensa già all’uso di droni per integrare le tradizionali attività di telemedicina con rapidi interventi per le emergenze. Non potremo permetterci di pensare simili innovazioni senza una robusta dotazione di dati per monitorarne l’impatto. Di questa e di altre innovazioni per la pediatria- conclude- discuteremo nella prossima conferenza internazionale sull’innovazione in pediatria, la Shaping the Future of Pediatrics, che si terrà nell’autunno 2019. Una conferenza aperta ai professionisti della salute, ai pazienti, agli imprenditori, alle start up e a chiunque lavori per l’innovazione”.


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