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Parto pre-termine, nuovo test preannuncia il rischio

[video width="852" height="480" mp4="http://www.dire.it/wp-content/uploads/2018/10/intervista-claudio-giorlardino-2.mp4"][/video] ROMA - La prematurita' rappresenta oggi la causa principale di mortalita' e morbilita' neonatale. In Italia coinvolge

Pubblicato:27-09-2018 14:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:36
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ROMA – La prematurita’ rappresenta oggi la causa principale di mortalita’ e morbilita’ neonatale. In Italia coinvolge circa l’8% delle gravidanze. Ma adesso un nuovo test, DNApretermTest, riesce a individuare, gia’ dall’inizio della gravidanza, le donne a rischio e porle sotto attenta sorveglianza e opportuno trattamento. Di questo e altri aspetti relativi al parto pre-termine si parlera’ nel corso del convegno Spontaneous Pre-Term Birth, organizzato dalla Sidip (Societa’ italiana di diagnosi prenatale e medicina materno-fetale), il 29 settembre all’Hilton Garden Inn Rome Claridge A a Roma.
“Le cause del parto pretermine sono molteplici- spiega Claudio Giorlandino, direttore generale dell’Italian College of Fetal Maternal Medicine- In circa la meta’ dei casi esistono condizioni predisponenti come la gemellarita’, le gravidanze ottenute con tecnica di procreazione medicalmente assistita, malformazioni uterine, eta’ materna, infezioni. Nell’altra meta’ il parto prematuro e’ un fenomeno del tutto inaspettato e, senza segni premonitori, si partorisce prima della 37sima settimana di gestazione. Il parto precoce espone il bambino a complicanze molto severe sul lato fisico e neurologico che aumentano con il grado di prematurita’. Dalla 22 alla 28sima settimana si possono determinare conseguenze estreme fino alla morte”.
Numerosi studi hanno ormai concentrato l’attenzione sulle caratteristiche genetiche all’origine del parto prematuro: “Il DNApretermTest si avvia a divenire uno strumento essenziale di prevenzione e controllo per individuare i soggetti a rischio e attuare cosi’ i presidi a salvaguardia della gravidanza- afferma l’esperto- Si preleva un piccolo campione di sangue alla gestante o alla donna che vuole accingersi a diventare madre. Su tale campione si procedera’ allo studio dei polimorfismi genetici oggi ritenuti, dai maggiori studi internazionali, indicativi di una suscettibilita’ al parto pretermine e alla disposizione costituzionale alla durata della gravidanza”.
In caso di esito positivo sono moltissimi gli strumenti a disposizione: “Noi ostetrici, al fine di ridurre le gravi conseguenze del parto pretermine, abbiamo un vasto armamentario terapeutico che va dal semplice riposo, alle terapie mediche tocolitiche, utili cioe’ a rallentare le contrazioni, fino a quelle chirurgiche nelle quali si ritiene necessario cerchiare il collo uterino- prosegue Giorlandino- In questo senso il test e’ un formidabile strumento di prevenzione e controllo della gravidanza, in grado di prevedere oltre la meta’ dei parti pretermine e quasi tutti i casi ove non esistono condizioni cliniche di rischio. Poi ovviamente, piu’ precoce e’ il trattamento meglio il soggetto potra’ rispondere alle misure messe in atto per scongiurare, o ritardare, il parto prematuro”.

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