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Il Kurdistan sceglie l’indipendenza: ultimatum da Baghdad, Turchia “pronta a tutto”

L'indipendenza del Kurdistan raccoglie oltre il 92% dei consensi, dure reazioni di Baghdad e Ankara. Barzani: "Non chiudere porta a dialogo"

Pubblicato:27-09-2017 16:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:44

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ROMA – I cittadini della regione autonoma del Kurdistan iracheno hanno votato in massa per l’indipendenza, con oltre 92,73% di voti a favore contro il 7,2% di contrari, con un’affluenza superiore al 78%. È quanto emerge dai risultati ufficiali preliminari diffusi questa sera dalla commissione elettorale locale.

Quest’ultima ha annunciato che i voti validi sono stati 3.085.935, mentre 79.379 voti sono risultati truccati e 170.611 sono stati annullati in seguito a reclami. Le percentuali includono i voti a distanza dei cittadini curdo-iracheni nel mondo. Il referendum si è tenuto lunedì scorso.


L’ULTIMATUM DI BAGHDAD: ANNULLARE REFERENDUM E RISPETTARE LA COSTITUZIONE

Dura la presa di posizione del premier iracheno iracheno Haider al-Abadi che, intervenendo al parlamento di Baghdad, ha chiesto al presidente della regione autonoma del Kurdistan, Massoud Barzani, l’annullamento dell’esito referendario prima di aprire le trattative per un’eventuale autonomia del Kurdistan iracheno: “Il referendum deve essere annullato e un dialogo deve essere aperto nel rispetto della Costituzione. Non discuteremo mai sui risultati”.

Abadi ha inoltre lanciato un ultimatum a Barzani, intimandogli di cedere al governo di Baghdad il controllo di tutti gli aeroporti e dei posti di frontiera “entro 72 ore”. In caso contrario, il premier iracheno è pronto a vietare tutti i voli internazionali da e per il Kurdistan, e chiederà ai Paesi vicini di fare altrettanto. Se i valichi di frontiera non saranno riconsegnati all’esercito regolare inoltre, Baghdad si prepara a dichiarare “illegali” e “di contrabbando” tutte le merci che passeranno per il Kurdistan.

L’APPELLO BARZANI: NON CHIUDERE LA PORTA AL DIALOGO

“Invito Haider al-Abadi e gli altri responsabili politici iracheni a non chiudere la porta del dialogo poiché è con il dialogo che si risolvono i problemi”, ha risposto Barzani.

“Assicuriamo la comunità internazionale- ha aggiunto- della nostra volotnà di dialogo con Baghdad. Il referendum non mira a delimitare la frontiera tra Kurdistan e Iraq né ad importla de facto”.

LE MINACCE DI ERDOGAN: INDIPENDENZA VALE UNA GUERRA?

La Turchia “è pronta a considerare tutte le opzioni, inclusa quella militare”. Sono queste le dure parole di Recep Tayyp Erdogan che invita i curdi iracheni a “evitare il rischio di una guerra interetnica”.

“Nonostante tutti i nostri avvertimenti – ha detto il presidente turco – l’Autorità regionale del nord Iraq ha voluto tenere il referendum per l’indipendenza. Ora l’ha approvato il 92 per cento. Ma questo vale una guerra?”

L’autonomia del Kurdistan rappresenta una vera chimera per Ankara. Da tempo impegnato nella repressione delle velleità indipendentiste dei curdi turchi, Erdogan- che considera il Partito dei lavoratori curdi (Pkk) alla stregua dell’Isis- è già intervenuto nel nord della Siria per limitare l’avanzata delle truppe curdo-siriane. Ora, stando a quanto riportato dai media internazionali, l’esercito regolare turco sarebbe già schierato al confine con l’Iraq.

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