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Covid, Popoli (Aifa): “Con monoclonali trattati circa 7.500 pazienti”

Per le fasi iniziali della malattia, invece, "è giusto utilizzare farmaci di primo livello"

Pubblicato:27-08-2021 13:39
Ultimo aggiornamento:27-08-2021 13:39

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ROMA – “Al momento, da quando è stato autorizzato l’uso dei monoclonali sono stati trattati circa 7.500 pazienti. C’è dunque un uso piuttosto regolare nel tempo, non è un uso particolarmente intensivo, il numero dei trattamenti non è particolarmente elevato”. Lo dice Patrizia Popoli, presidente della commissione tecnico-scientifica dell’Agenzia del farmaco di Aifa, ai microfoni di ‘Radio anch’io’, contenitore di RaiRadio1. 

Popoli aggiunge che “questo dipende anche dal fatto che, per poter essere somministrati, questi farmaci richiedono che il soggetto o venga ricoverato in ospedale per ricevere il trattamento o venga ricoverato presso una struttura che consenta un monitoraggio degli eventi avversi“.

L’esponente di Aifa precisa, inoltre, che “non è una cosa che si possa fare in casa e per questo motivo, probabilmente, il numero non è elevatissimo. Oltretutto ci si attende ovviamente che con il proseguire della campagna vaccinale i soggetti che si ammalano siano sempre di meno”. 


Popoli conclude: “In questo periodo ci sono meno soggetti positivi, meno casi di infezione e questa è la prova principale che i vaccini funzionano. Di conseguenza anche i farmaci che vengono utilizzati per il trattamento dei soggetti che hanno contratto l’infezione sono utilizzati di meno”.

Per quanto riguarda le cure domiciliari sono stati pubblicati vademecum, guide, indicazioni che dicono quali farmaci possano essere utilizzati e in quali fasi della malattia”, spiega ancora Patrizia Popoli.

“C’è stata effettivamente molta polemica nei confronti del fatto che il ministero e l’Agenzia avessero indicato negli antinfiammatori e negli antipiretici il primo intervento, ma è corretto che sia così. Di fatto in un soggetto ancora in una fase iniziale della malattia, una malattia lieve che nella maggior parte dei casi si risolverà spontaneamente senza lasciare strascichi, è giusto utilizzare questi farmaci di primo livello“. 

Popoli precisa poi che “in soggetti che dovessero aver bisogno di supplemento di ossigeno può essere dato anche il cortisone. Quindi, a seconda della fase della malattia e in linea con l’eventuale aggravamento della malattia si mettono in atto altre misure ma all’inizio le cure da fare sono quelle”.

L’esponente Aifa sottolinea infine che “si è molto parlato di altri farmaci. Tra questi ricordiamo l’idrossiclorochina. Per quanto all’inizio fosse apparso promettente, tanto è vero che anche l’Agenzia ne aveva inizialmente indicato l’uso, studi svolti successivamente non hanno confermato l’efficacia di questo trattamento”, conclude.

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