ROMA – “Constatare che spesso la politica entra nel campo sanitario e registrare, giorno dopo giorno, nuove aggressioni a carico di medici e di operatori sanitari, non sono altro che la spia di un sistema impazzito che porta all’esasperazione le persone. Gli utenti che si sentono inascoltati o che non ricevono le giuste informazioni finiscono per prendersela, purtroppo, con il primo che capita e nel 99 % dei casi si tratta di un medico oppure di un infermiere”. Così Pier Luigi Bartoletti, segretario Provinciale della Fimmg Roma e vice segretario nazionale vicario della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), commenta l’aggressione di ieri a carico di una infermiera dell’ospedale San Camillo di Roma.
“Per uscire da questa situazione servirebbe anche una maggiore sensibilità da parte della politica- prosegue Bartoletti- soprattutto in questo momento di difficoltà che il Paese sta attraversando. Bisogna sostenere il servizio pubblico e chi vi opera evitando frasi, che magari possono anche essere state enfatizzate, ma che confermano una certa volontà“.
“E’ più di un anno che siamo concentrati sul tema della sicurezza- precisa Bartoletti- tanto che abbiamo chiesto alla regione Lazio ma anche a livello nazionale pene più severe ma anche misure di sicurezza. Infatti abbiamo proposto l’installazione di telecamere di sorveglianza collegate alla questura nei punti più critici come i pronto soccorso. L’obiettivo è far sentire al sicuro chi va a lavorare poichè il clima che si respira negli ospedali, tra gli operatori, è abbastanza teso”.
“Vorrei che in questo momento più che mai si evitassero giudizi ‘tranchant’ e commenti, che nella sostanza, deleggittimano il sistema sanitario pubblico. Il Ssn è una risorsa e va potenziato”, conclude Bartoletti.
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