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Diciotti, entro domani 100 migranti in comunità a Rocca di Papa

Intervista a don Maffeis (Cei): "A Mondo migliore inizia cammino di integrazione"

Pubblicato:27-08-2018 15:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:29

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ROMA –  “A Mondo Migliore, a Rocca di Papa, arriveranno entro domani sera; e sarà l‘inizio di un cammino di integrazione, non solo la risposta a un’emergenza”: don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali, parla con l’agenzia ‘Dire’ dei cento migranti della nave Diciotti. L’assunto è che, dopo i giorni del porto di Catania, bisognasse dare “una risposta concreta”. “La Chiesa è intervenuta per sbloccare una situazione di stallo, assicurando un contributo di supplenza” spiega don Maffeis. Convinto che la “supplenza” si sia resa necessaria per una duplice assenza, “dello Stato ma anche dell’Europa”. Ancora don Maffeis: “C’è stato un braccio di ferro per provocare i Paesi europei ad affrontare il fenomeno migratorio, che non riguarda solo la Diciotti ma interi popoli, che vedono il nostro continente come una sorta di terra promessa”.

Cos’è Mondo migliore?

Mondo migliore è un Centro di accoglienza straordinaria (Cas) gestito dal 2012 dalla cooperativa sociale Auxilium a sud di Roma, sulla via dei Laghi. Fu inaugurato nel 1956 da Papa Pio XII e divenne un centro internazionale di spiritualità. Un’evoluzione di valore anche simbolico in questi giorni, con l’arrivo dei migranti della Diciotti, partiti dal Corno d’Africa e in particolare dall’Eritrea. “Un Paese che vive la repressione ormai da decenni” sottolinea don Maffeis: “Serve allora un progetto di integrazione, reso concreto dall’ampia e generosa risposta delle diocesi italiane grazie al supporto di Caritas”. Da Rocca di Papa i migranti dovrebbero infatti essere trasferiti a Torino, Brescia, Bologna, Agrigento, Cassano all’Jonio e Rossano Calabro. Località tutte, sottolinea il sottosegretario della Cei, “dove sarà decisivo il ruolo di Caritas con la sua presenza capillare sul territorio nazionale”. Oggi nelle strutture diocesane della Chiesa italiana sono già accolti tra i 26mila e i 27mila migranti. Secondo don Maffeis, “il caso Diciotti può essere uno scossone ma è bene ricordare che parliamo comunque di un pugno di persone”.

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