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Tangenti per truccare appalti, sindaco del Beneventano ai domiciliari

Indagati anche un imprenditore edile e un tecnico di fiducia del primo cittadino.L'accusa è di corruzione e turbata libertà degli incanti

Pubblicato:27-07-2022 12:49
Ultimo aggiornamento:27-07-2022 12:50

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NAPOLI – Il sindaco di Pago Veiano (Benevento) Mauro De Ieso è stato arrestato questa mattina dai finanzieri della tenenza di Piedimonte Matese all’esito di un’attività investigativa della procura di Benevento. De Ieso è stato raggiunto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari. Colpiti anche un imprenditore edile e un tecnico di fiducia del primo cittadino e dell’imprenditore. Sono indagati, a vario titolo, per corruzione e turbata libertà degli incanti. L’accusa ritiene che i reati siano stati commessi per agevolare e consentire l’aggiudicazione in favore di imprese riconducibili all’imprenditore arrestato di due gare d’appalto del valore complessivo di 5 milioni di euro relative alla realizzazione di una scuola elementare e al rifacimento di una strada provinciale.

Le fonti di prova raccolte hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine all’intercessione del sindaco con i componenti delle commissioni di gara, allo stato non individuati, per consentire l’aggiudicazione a società riconducibili all’imprenditore dei più importanti lavori pubblici da svolgersi nel territorio comunale, con l’ausilio del tecnico di fiducia per la predisposizione della documentazione amministrativa. L’imprenditore veniva agevolato perché messo a conoscenza dei lavori da aggiudicare prima ancora della formale pubblicazione del bando di gara. Si ipotizza una turbativa per il continuo confrontarsi tra i vari indagati, anche per i dettagli più trascurabili, al fine di eliminare i concorrenti. L’accordo contemplava la corresponsione al sindaco e al tecnico di fiducia di un corrispettivo, per una somma non inferiore a 90mila euro. Era il “prezzo corruttivo” per favorire l’imprenditore nell’aggiudicazione di gare nonostante le sue società fossero prive dei necessari requisiti professionali di partecipazione alla gara. Anche ai commissari di gara, non ancora identificati, veniva corrisposta una somma compresa tra i 4mila e i 5mila euro ciascuno.

Inoltre, l’accordo non si concludeva neanche con l’aggiudicazione, ma proseguiva nella fase successiva, quella della impugnativa da parte del concorrente davanti al Tar, così da monitorarne lo sviluppo. In particolare, con riferimento all’esecuzione dei lavori per la scuola elementare, la direzione dei lavori veniva affidata proprio al tecnico di fiducia del sindaco, così come preventivato dagli indagati prima ancora della pubblicazione del bando di gara: l’accordo corruttivo incideva, così, anche sul regolare svolgimento della relativa gara.

Le intercettazioni ricostruiscono il modus operandi del sindaco, determinato nel pretendere il pagamento della propria tangente nell’ambito di ogni gara di appalto quale compenso per il coordinamento tra il suo tecnico di fiducia e le commissioni di gara. È emersa una “certa abitualità tipica”, scrivono gli investigatori, di chi è dedito a “gestire” le gare e a orientarle a proprio piacimento, preordinandone l’aggiudicazione anche prima della pubblicazione, come di fatto è avvenuto per la gara relativa ai lavori della scuola.


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