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Aggressione ai tifosi del Melfi, quattro arresti

I fatti risalgono a gennaio. In quell'occasione perse la vita Fabio Tucciariello, supporter della Vultur Rionero

Pubblicato:27-07-2020 10:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:41
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POTENZA – E’ in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della polizia, coordinata dalla procura della Repubblica di Potenza, per l’esecuzione di 16 misure cautelari. Nel dettaglio si tratta di 4 arresti domiciliari e 12 obblighi di dimora.

I destinatari dei provvedimenti cautelari sono tutti coinvolti nell’aggressione ai tifosi della squadra di calcio del Melfi del 19 gennaio scorso, nel corso della quale perse la vita un tifoso di Rionero in Vulture.

Per quei gravi fatti gli investigatori della squadra mobile e della Digos, prontamente intervenuti, arrestarono 26 ultrà.


Nelle operazioni di esecuzione sono impiegati anche uomini del reparto prevenzione crimine Basilicata e del commissariato di polizia di Melfi.

Gli eventi contestati si sono verificati il 19 gennaio scorso quando, nell’aggressione da parte dei supporter della Vultur Rionero ai tifosi del Melfi, è restato investito e ucciso Fabio Tucciariello, supporter della Vultur.

In una nota il procuratore capo di Potenza Francesco Curcio fa sapere che si è sviluppata una complessa attività di indagine comprensiva di attività di ricerca di prove scientifiche quali raccolta di campioni biologici, prove digitali e attraverso analisi informatica dei telefoni cellulari sequestrati, intercettazioni telefoniche e monitoraggio dei siti informatici, che ha permesso di individuare altri soggetti coinvolti nell’aggressione ai tifosi del Melfi e di accertare, a livello di gravità giudiziairia, la “premeditazione dell’azione”, che nelle intenzioni degli autori dove avere la finalità di una vera e propria “imboscata”. Ciò innanzitutto – spiega la Procura – per la scelta del luogo dove avvennero gli scontri: la stazione di Vaglio Basilicata, che si trovava lungo il percorso che necessariamente avrebbero dovuto fare le due tifoserie ced era soprattutto idonea per un’azione a sorpresa e per la successiva fuga”. In secondo luogo, per essersi travisati ancora prima dell’arrivo delle auto della tifoseria “nemica”, come è stato appurato grazie all’escussione di persone che poco prima dell’evento erano passate nei pressi della stazione di Vaglio.

Nelle chat di gruppo dei tifosi sotto indagine, sono emerse espressioni del tipo: “Andiamo a fare Nassirya”. Per gli inquirenti questo riferimento, oltre ad essere indice di odio e di intendimenti violenti, è un chiaro segno di premeditazione di un’azione organizzata con stile para-militare, vale a dire appostamento in un luogo adatto e prossimo alla direttrice di marcia del “nemico” per attenderlo e poi attaccarlo di sorpresa.

Alla luce delle risultanze il gip del Tribunale di Potenza ha in buona parte accolto la richiesta di applicazione di misura cautelare avanzata dalla procura.

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