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Strage di Ustica, sono passati 40 anni. Mattarella: “Ferita profonda, i Paesi alleati aprano a verità”

A Bologna per la commemorazione anche Roberto Fico: "Chi sa, parli. A breve novità importanti, passi avanti sulla desecretazione"

Pubblicato:27-06-2020 09:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:34
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ROMA – La strage avvenuta nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980 “è impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare. Nella ricorrenza dei quarant’anni, sentiamo ancora più forte il legame di solidarietà con i familiari delle ottantuno vittime e ci uniamo nel ricordo di chi allora perse la vita, con una ferita profonda nella nostra comunità nazionale”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aggiunge: “La condivisione di tanto dolore è stata ed è anche motivo di testimonianza e di impegno civile. Il quadro delle responsabilità e le circostanze che provocarono l’immane tragedia tuttora non risulta ancora ricomposto in modo pieno e unitario. Tuttavia molta strada è stata percorsa dopo che reticenze e opacità erano state frapposte al bisogno di verità, incomprimibile per una democrazia e uno Stato di diritto. La Repubblica e la tenacia e professionalità di uomini dello Stato hanno consentito di diradare nebbie; e ciò è stato possibile grazie anche alla determinazione e alla passione civile delle famiglie delle vittime e di quanti le hanno sostenute nelle istituzioni e nella società”.

Per Mattarella “non può e non deve cessare l’impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica. Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l’impegno delle istituzioni e l’aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori. Il dovere della ricerca della verità è fondamentale per la Repubblica”.

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MEROLA: “FU ATTO DI GUERRA, GOVERNO PRESSI PAESI ‘AMICI'”

Da Bologna, nel giorno del quarantesimo anniversario, si chiede con forza al governo un intervento sui paesi ‘amici’ per ottenere la verità su quello che accadde nei cieli di Ustica il 27 giugno del 1980. “Adesso in questo 2020, chiediamo al nostro governo: aiuti questa comunità a identificare gli aerei attorno al DC9. Diamo un’identità e delle bandiere a tutto ciò che era in volo la notte del 27 giugno“, scandisce il sindaco Virginio Merola, dando ormai come acclarata la ricostruzione fatta dal giudice Rosario Priore, secondo la cui sentenza il Dc9 fu abbattuto durante un’azione militare nei cieli tra forze Nato e caccia libici.

“È una questione di dignità nazionale, come ha più volte detto Daria Bonfietti. I magistrati romani non possono lavorare senza che il governo ottenga da paesi amici e alleati di contribuire fattivamente a risolvere la questione della nazionalità di quegli aerei”, ribadisce Merola.
“È stato un atto di guerra in tempo di pace. Questa è stata la strage di Ustica e per questo motivo questa comunità, i parenti e tutti i cittadini di Bologna, non vi lasceranno in pace e non avranno pace fino a che non ci sarà la verità completa”, assicura il sindaco durante la cerimonia di ricordo che si è svolta questa mattina a Palazzo D’Accursio e alla quale ha partecipato il presidente della Camera Roberto Fico. “Ho letto in questi giorni che come tutti gli anni, nell’avvicinarsi a questa data, ritorna la parola mistero. Su Ustica non c’è nessun mistero. Da quando il giudice Priore ha emesso la sua sentenza quello che è accaduto quella notte è chiaro. Oggi per chiudere il cerchio c’è un unico modo: mettere a disposizione della magistratura, della procura di Roma, che ha riaperto le indagini dopo che il presidente Cossiga ha accusato i francesi, ogni documentazione sulla strage”, conclude.

FICO: “CHI SA PARLI, NON C’E’ RAGIONE DI STATO CHE TENGA”

“Chiedo a chi sa di parlare fino in fondo. Perché non può morire con questo segreto in pancia”. Anche perchè “dopo 40 anni non c’è ragione di Stato che tenga”. A dirlo è il presidente della Camera, Roberto Fico, oggi a Bologna per la commemorazione della strage di Ustica nel 40esimo anniversario. Fico si riferisce a “pezzi di Stato che sanno. E mi chiedo anche se non sia arrivato il momento di parlare anche da parte di qualcuno all’interno dei nostri servizi segreti”, manda a dire il presidente della Camera. Fico insiste e garantisce il suo impegno per arrivare a fare piena luce su Ustica. Anche “quando sono andato in Francia, per incontrare il presidente del Parlamento francese- ricorda- il primo punto che ho posto è stato Ustica. Noi vogliamo una risposta vera e non formale alle rogatorie, per questo voglio un lavoro diplomatico molto più forte”.

A breve su Ustica “ci saranno novità importanti”, perchè anche il Senato e il Governo “faranno passi avanti” sulla desecretazione degli atti, assicura. Fico garantisce il suo “massimo impegno” e assicura che “andremo avanti finchè l’ultimo atto non sarà desecretato. In questi due anni ho chiesto tante procedure di interpello”, rivendica il presidente, che hanno portato alla digitalizzazione di diversi atti e “finalmente ad avere un portale unico delle commissioni d’inchiesta, dove i documenti oggi sono più leggibili e chiari per tutti. Andremo avanti- assicura Fico- e a breve anche il Senato farà grandi passi avanti”. Non solo. “Anche il Governo procederà, ho avuto un incontro molto importante due giorni fa e si è impegnato a farlo. Ora dovremo coordinarci”.

CONTE: “IMPEGNO GOVERNO E ISTITUZIONI PER VERITÀ NON CONOSCA SOSTE”

“La strage di Ustica, che 40 anni fa costò la vita a 81 persone, è una delle ferite più profonde nella storia del nostro Paese. L’impegno del Governo e delle istituzioni nella ricerca della verità non deve conoscere soste. La memoria da sola non basta: le vittime e i loro familiari meritano giustizia”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo scrive su Facebook.

“La volontà dell’esecutivo di fare chiarezza su quanto accadde nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980 non sarà un impegno isolato- prosegue Conte- È nostra intenzione far luce anche su tutte le altre pagine buie che hanno segnato la storia della nostra Repubblica e su cui continuano ad aleggiare troppi misteri insoluti”.
Conclude il presidente del consiglio: “non devono esserci più veli a coprire le pagine più tragiche della nostra storia nazionale”.

“Ho confermato al viceministro dell’Interno Vito Crimi l’incarico di seguire i lavori del Comitato consultivo sulle attività di versamento all’Archivio centrale dello Stato e agli Archivi di Stato della documentazione in possesso delle amministrazioni dello Stato. Sto lavorando a una nuova direttiva che consenta di allargare il perimetro di queste ricerche e che venga incontro alle esigenze manifestate dalle associazioni dei familiari delle vittime durante i lavori del Comitato nel corso del 2019″, aggiunge Conte.

Il Comitato, “costituito in attuazione della direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 aprile 2014, è composto dai rappresentanti delle amministrazioni interessate ai versamenti documentali, nonché dai rappresentanti delle associazioni dei familiari delle vittime del terrorismo”, precisa il presidente del Consiglio.

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