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Migranti, partire ma consapevoli: presentato ‘Redemption song’

Link2007 ha presentato gli obiettivi del progetto realizzato in Senegal, Mali, Guinea, Burkina Faso e Niger per arginare l'immigrazione

Pubblicato:27-06-2019 14:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:27

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ROMA – Farsi carico del futuro delle persone, del loro destino e dei loro diritti: con queste parole Paola Crestani, presidente di Link2007, ha presentato oggi a Roma gli obiettivi di ‘Redemption Song’, un progetto realizzato in Senegal, Mali, Guinea, Burkina Faso e Niger per arginare l’immigrazione e salvare migliaia di persone da pericoli come naufragi in mare, prigionia, torture e tratta. Un piano dal duplice scopo. “Ciascuno ha il diritto di migrare, ma anche il diritto di non partire – ha detto Crestani – quindi è fondamentale che le persone siano consapevoli della realtà a cui andranno incontro. Per questo abbiamo puntato sulla sensibilizzazione”. Poi, secondo la presidente di Link2007, bisogna far sì che “ognuno sia consapevole delle proprie capacità, diventando così agente di cambiamento” all’interno delle proprie comunità. L’iniziativa, ha sottolineato Crestani, è fondata su una partnership tra una rete di ong italiane – tra cui Cisp, Coopi, Lvia e Le Reseau – il ministero degli Esteri, l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), le istituzioni governative nei cinque Paesi africani coinvolti, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e anche le associazioni delle diaspore di quei Paesi in Italia. “Un patrimonio prezioso – ha sottolinea Crestani – che va sostenuto”.

In un video-racconto realizzato dai responsabili del progetto un ragazzo africano dice che “se per noi giovani ci sarà lavoro, non saliremo su quelle barche”. Una giovane quindi denuncia: “Il Senegal ha il petrolio ma non lo sfrutta, lo fanno gli occidentali. Vogliamo costruire le nostre vite qui, senza dover andare in Europa”. Un’altra ragazza rilancia: “Sta a noi contribuire all’avvenire dei nostri Paesi”. Di ‘Redemption Song’ Emanuela Claudia Del Re, viceministro per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, ha evidenziato “il lavoro capillare” svolto, “il grande impegno, che ci rappresenta come italiani”. In questo percorso – ha aggiunto Del Re – la Farnesina ha svolto un ruolo da protagonista, e continua ad impegnarsi al massimo. Sono convinta dell’importanza di creare consapevolezza, anche in modo duro, perché anche dal dolore può nascere una reazione, un cambiamento”.



Se da un lato si cerca di persuadere le persone a restare, da un altro “è vero che in quelle regioni la situazione è disperante” ha detto il viceministro. Ma oltre a problemi evidenti come la povertà o le epidemie, non ultima quella di ebola, ha aggiunto Del Re, “c’è anche la voglia di studiare, come mi ha confidato un giovane ad Agadez, durante la mia recente missione in Africa”.


“Attività di questo tipo devono essere capillari” ha detto Federico Soda, direttore per il Mediterraneo di Oim, organizzazione che ha il compito di “mettere in rete le risorse di tutti i donatori”. Durante la presentazione un pensiero speciale è stato dedicato a Paolo Dieci, il presidente di Link2007 morto nel disastro aereo in Etiopia a marzo. “E’ stato lui – ha detto Crestani – a scrivere e seguire questo progetto dall’inizio e fino all’ultimo”.

L’ESPERTO POUNEKROZOU: SERVE UN DATABASE AFRICANO

“Nei Paesi africani mancano dati sul fenomeno delle migrazioni, fondamentali per avverare delle strategie, per governarle, o implementare governance per lo sviluppo. Ora, grazie a cinque mesi di lavoro, esiste un database almeno su Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger e Guinea Conakry”. Lo ha dichiarato Tanguy-Herman Pounekrozou, responsabile armonizzazione proposte e raccomandazioni, che ha redatto un rapporto a partire dal progetto lanciato da Link2007 ‘Redemption Song’, realizzato nei cinque paesi citati dell’Africa occidentale, con l’obiettivo di informare i giovani sui rischi dell’emigrazione irregolare. Per la sua redazione, ha detto Pounekrozou nel corso della presentazione di oggi a Roma, sono stati coinvolti 250 attori nazionali e internazionali impegnati sul tema. Estrapolati numeri, ma anche “un quadro sulle politiche e i progetti attuati, nonché sulle buone pratiche”. Un esempio, ha evidenziato l’esperto, è il Senegal, “che lavora per creare opportunità per i giovani, sia per quelli che sono tornati, sia per evitare che altri partano”. In Guinea invece, ha detto Mehret Tewolde, del Summit nazionale delle diaspore, “il governo tappezza i muri nella capitale di manifesti che avvertono sui pericoli dell’emigrazione irregolare”, un fatto che dimostra “l’impegno da parte delle istituzioni di affrontare il problema”.

La campagna di sensibilizzazione ‘Redemption Song’, finanziata con le risorse del Fondo Africa, ha contato 60mila passaggi televisivi, attraverso 15 emittenti locali coinvolte; 2mila passaggi radio tramite 40 stazioni radiofoniche; ben cinque i reportage trasmessi su radio, tv o nel corso di incontri e dibattiti organizzati in 11 città dei cinque Paesi e oltre 60 gli artisti che hanno collaborato al progetto. Infine, sono stati realizzati 10 workshop di “capacity building” rivolti a potenziali candidati alle migrazioni, a cui hanno partecipato 350 persone. Questo lavoro ha visto un momento di confronto finale il 13 giugno a Dakar, chiusosi con una Dichiarazione di intenti che prevede tra le altre cose la creazione di una rete di dialogo, nonché l’impegno a sviluppare e attuare strumenti giuridici in materia di migrazioni.

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