Getting your Trinity Audio player ready...
|
ROMA – Crescono le possibilità di cura e prevenzione all’ospedale di Stato della Repubblica di San Marino. Due pazienti sammarinesi sono stati sottoposti nei giorni scorsi a interventi complessi di radiologia interventistica- stenting carotideo ed endoprotesi aortica- mai effettuati prima sul Titano, in grado di prevenire ictus e la rottura dell’aorta. Tre le equipe coinvolte- Chirugia, Radiologia e Anestesia- mentre in sala operatoria gli interventi sono stati eseguiti dal prof. Teodoro Meloni, sammarinese, consulente di radiologia interventistica dell’Ospedale di Stato.
Entrambe le procedure sono state eseguite nelle sale operatorie di Cailungo, “utilizzando strumentazione radiologica e con metodiche davvero poco invasive– riferisce l’Istituto per la sicurezza sociale- tali da consentire al paziente un migliore e più veloce recupero”.
In particolare, lo stenting carotideo consiste nel posizionamento di una rete cilindrica autoespandibile di lega di metallo (nitinol) per dilatare un restringimento della carotide interna e prevenirne l’occlusione e quindi la possibile insorgenza di ictus ischemico, patologia che sta gradualmente sopravanzando le malattie cardiovascolari come causa di morte. Anziché procedere con un intervento chirurgico a “cielo aperto” sulla carotide del paziente, con lo “stenting” si è proceduto con l’inserimento di un catetere partendo dall’arteria femorale con una semplice anestesia locale.
“La procedura utilizzata consente di ridurre notevolmente il rischio di complicanze come le embolie- chiarisce l’Iss- e di allargare il restringimento nella carotide grazie a un palloncino ad alta pressione”.
Il secondo intervento, di endoprotesi aortica, ha riguardato invece il posizionamento di una protesi interna all’aorta sempre tramite l’utilizzo di speciali cateteri introdotti dalle arterie femorali. Il tutto anche in questo caso in anestesia locale.
“La procedura serve a trattare casi di aneurisma dell’aorta- spiega l’Iss- una dilatazione patologia della più grande arteria del corpo umano, evento che colpisce 84 mila italiani ogni anno, soprattutto uomini, oltre i 75 anni, ipertesi e fumatori”. Tale procedura “mira a prevenire la rottura dell’aorta, che causerebbe una copiosa emorragia con un elevatissimo rischio di morte del paziente”. Anche in questo caso il trattamento è stato alternativo alla chirurgia tradizionale “a cielo aperto”, garantendo una minore incidenza di complicanze e di mortalità. Inoltre ha comportato una perdita di sangue trascurabile evitando di dover ricorrere a trasfusioni.
Entrambi gli interventi richiedono un breve ricovero, generalmente di uno o due giorni nel caso dello stenting carotideo e di alcuni giorni l’endoprotesi aortica, quasi mai in terapia intensiva. Infine, tutte e due le procedure sono state eseguite grazie alle immagini ottenute con una apparecchiatura a raggi “X” presente direttamente nella sala operatoria dell’ospedale, attraverso a un sistema radiologico mobile multifunzionale. “Questa tecnologia- termina la nota Iss- ha consentito di incrementare le procedure di radiologia interventistica eseguibili all’Ospedale di Stato, in termini di numero e soprattutto di complessità, ad assoluto beneficio dei pazienti”.
Leggi anche:
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it