NEWS:

Ustica, 10 anni fa il relitto del Dc9 arrivò nel Museo di Bologna/FOTOGALLERY

Il sindaco Merola ha promesso nuovi spazi per le attività dei laboratori del museo dedicate agli studenti

Pubblicato:27-06-2017 13:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:28

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – Il Museo per la memoria di Ustica, che nel 2017 ha festeggiato i 10 anni dalla sua apertura a Bologna, potrà contare su “ulteriori spazi” per lo svolgimento di attività laboratoriali per gli alunni delle scuole. Lo dichiara il sindaco del capoluogo emiliano, Virginio Merola, che stamattina insieme al presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha incontrato i familiari delle vittime nel 37esimo anniversario della strage. “Quest’anno cade il decennale dell’apertura del Museo di Ustica, la splendida installazione ideata da Christian Boltanski. Il relitto del DC9 dell’Itavia che riposa nelle sale del parco della Zucca- afferma Merola- continuerà ad accogliere visitatori e scolaresche. Aumenteremo il nostro sforzo perché le classi di alunni possano non solo visitare il museo ma realizzare attività laboratoriali attraverso ulteriori spazi che si trovano nella vicinissima sede del quartiere Navile e che devono essere messi a disposizione”.

LEGGI ANCHE:

Strage di Ustica, 37 anni senza verità

Ustica, i familiari: “37 anni ma abbiamo ancora voglia di lottare”/FOTO e VIDEO

E’ importante che quella bolognese continui ad essere “una comunità che ha a cuore le vittime di Ustica e quindi bisogna accelerare la costruzione di aule per laboratori per lo splendido Museo di Ustica”, aggiunge il sindaco a margine della cerimonia. “E’ meritorio che nel decennale abbiate e abbiamo deciso di promuovere una serie di iniziative che parlano in luoghi diversi e di situazioni diverse- sottolinea Bonaccini- perchè la memoria ha bisogno di spazio, di linguaggi e di racconti”.


di Maurizio Papa, giornalista professionista

(Immagini di Davide Landi)





Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it