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All’I.I.S.L Leonardo Da Vinci la buona scuola si fa nonostante tutto

ROMA - “Questo istituto ha il premio Nobel ad honorem per la resilienza" racconta a

Pubblicato:27-06-2015 11:41
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:25

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ROMA – “Questo istituto ha il premio Nobel ad honorem per la resilienza” racconta a Diregiovani Serenella Ottaviano, dirigente scolastico dell’I.I.S.L del Leonardo Da Vinci – O.Colecchi dell’Aquila. “E’ un istituto che era d’eccellenza e ha potenziato la sua eccellenza – spiega la preside – nonostante le difficoltà, che sono analoghe a tutti gli altri istituti italiani, a seguito del dimensionamento che si è avuto nello scorso anno scolastico. I numeri parlano chiaro un istituto di 1200 alunni, con il 10% di studenti migranti, con il 10% di alunni portatori di handicap, 201 docenti, 50 persone di personale Ata, è un piccolo comune perchè non sono 1200 alunni, ma sono 1200 famiglie.” Il 6 aprile del 2009 alle 3.32 una scossa di 6,3 di magnitudo con epicentro nell’intera area della città, della conca aquilana e di parte della provincia dell’Aquila, ha ucciso 309 persone, ferite 1600 e causato danni per oltre 10 miliardi di euro, distruggendo molti paesi della provincia, come Onna e Castel Del Monte, e tutto il centro storico dell’Aquila. Un terremoto che ha messo in ginocchio un’intera comunità, stravolgendo le vite di molti e cambiando per sempre il volto del capoluogo abruzzese.

Da allora poco è cambiato, lo skyline della città è dominato da decine di gru ferme, le chiese, le case sono puntellate, ma la vita è andata avanti, anche se le telecamere e le luci della ribalta si sono spente da tempo.


Le difficoltà che si sono presentate dal giorno successivo al terremoto, sono state superate grazie ad un grande lavoro del personale scolastico: “Dal 6 aprile 2009 affrontiamo ogni giorno un’emergenza” racconta Ottaviano. “Questa sede ha recuperato i laboratori, fondamentali per quanto riguarda il settore di enogastronomia e ospitalità alberghiera, ma continua a non avere la palazzina che ospitava più di 40 aule e quindi le classi per le loro attività teoriche sono ospitate nel Musp, modulo ad uso scolastico provvisorio, che aveva garanzia per cinque anni e siamo già al sesto. Noi lo chiamiamo modulo ad uso scolastico permanente perchè ancora non è stata neanche avviata la progettazione della riqualificazione della palazzina inagibile.”

La preside, pur non giustificando i gravi ritardi delle varie amministrazioni, in parte le assolve riconoscendo la difficoltà di trovare una soluzione in breve tempo: ”Ciò che è accaduto in questo territorio è stato di una gravità e di una pesantezza tali da avere delle difficili ricette in tasca per poter agire nel modo migliore”.

Qui la buona scuola si fa giorno per giorno, a fatica: ”Se piove apriamo gli ombrelli, se c’è il ghiaccio gettiamo il sale, se sono necessarie delle manutenzioni alle pareti di cartongesso le facciamo, in realtà questa è la bella scuola che noi non abbiamo, ma riusciamo comunque a fare buona scuola perchè probabilmente la capacità di tutta questa comunità professionale, nessuno escluso, è stata quella di fare in modo che dall’anno scolastico 2009-2010 avesse un aumento delle iscrizioni sopratutto dalle zone limitrofe e ha mantenuto costante questo trend delle iscrizioni. Perchè? Perchè facciamo tante cose”.

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