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Sanzioni Corea del Nord, veto di Cina e Russia a risoluzione Onu. Mosca: “Il mondo non sostiene gli Usa”

Il presidente della Duma commenta risoluzioni dell'Assemblea generale votate a marzo e ad aprile

Pubblicato:27-05-2022 12:35
Ultimo aggiornamento:29-05-2022 12:41
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ROMA – “Le ultime votazioni in seno alle Nazioni Unite dimostrano che i Paesi che non sostengono gli Stati Uniti rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale“. A sostenerlo è stato Vyacheslav Volodin, presidente del Parlamento russo, la Duma, il giorno dopo che un veto posto da Mosca e Pechino ha bloccato l’approvazione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che avrebbe incrementato le sanzioni della comunità internazionale alla Corea del Nord. Le misure erano state proposte in risposta a una serie di test missilistici effettuati da Pyongyang, l’ultimo in settimana. Secondo Mosca e Pechino, le sanzioni potrebbero peggiorare la già delicata situazione umanitaria del Paese asiatico.

Volodin, rilanciato dall’agenzia Tass, sul suo canale Telegram non ha commentato direttamente il voto di ieri ma ha fatto riferimento a due risoluzioni dell’Assemblea generale votate a marzo e ad aprile rispettivamente per condannare l’offensiva russa in Ucraina e per sospendere Mosca dal Consiglio per i diritti umani, sempre in relazione al suo intervento nel Paese vicino. In entrambi i casi la posizione contro la Russia è quella che ha prevalso. Nonostante questo, Volodin ha detto che prima 40 e poi 82 Paesi “si sono rifiutati di votare contro Mosca”. In totale, ha calcolato il massimo dirigente del Parlamento, si parla di “4,47 miliardi di persone, il 57,3 per cento della popolazione mondiale” per la prima votazione, e “5,93 miliardi di persone, il 76,2 per cento di tutti gli abitanti del mondo, in occasione del secondo voto.

Fra i Paesi che non hanno condannato Mosca o che hanno rifiutato le misure ai suoi danni, ci sono Cina, India, Sudafrica, Algeria e Pakistan. La tesi di Volodin è che quindi “spesso dietro le decisioni della maggioranza all’Onu, in realtà, c’è una minoranza”. 


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