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Mali, presidente e premier si dimettono e la giunta militare li rilascia

Bah N'Daw e Moctar Ouane erano stati fermati dalla giunta che ha preso il potere domenica scorsa. Il colonnello Assami Goita si autoproclama presidente. Secondo alcune fonti, i due sono stati forzati a rinunciare all'incarico per poter essere liberati

Pubblicato:27-05-2021 14:00
Ultimo aggiornamento:27-05-2021 15:10

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ROMA – La giunta militare che in Mali ha preso il potere domenica scorsa ha annunciato il rilascio del presidente e del primo ministro del governo ad interim, Bah N’Daw e Moctar Ouane. La stampa internazionale ieri riferiva che i due vertici del governo di transizione sarebbero stati forzati a siglare dei documenti in cui comunicavano le loro dimissioni dall’incarico di governo.

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IL COLONNELLO GOITA SI AUTOPROCLAMA PRESIDENTE

Il colonnello Assimi Goïta si è autoproclamato presidente del Mali. L’annuncio è giunto nella mattinata, a poche ore dal rilascio del capo di Stato ad interim Bah N’Daw e del suo primo ministro Moctar Ouane, arrestati domenica dall’esercito. Il golpe guidato da Goita è il secondo da agosto e ha suscitato la condanna dell’Organizzazione economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas/Cedeao) e dell’Unione africana (Ua), così come dell’Unione europea. Insieme agli Stati Uniti, le organizzazioni hanno minacciato sanzioni economiche contro i responsabili per aver ostacolato il cammino verso la democrazia dell’esecutivo di transizione.


GLI STATI UNITI SOSPENDONO GLI AIUTI PER LA SICUREZZA

La decisione della giunta guidata dal colonnello Assimi Goïta è stata infatti seguita dalla forte presa di posizione degli Stati Uniti. Washington ha infatti deciso di sospendere la cooperazione finanziaria in ambito di sicurezza con il Paese del Sahel: “Stiamo interrompendo tutta l’assistenza alla sicurezza prevista per le forze di sicurezza e difesa del Mali”, si legge in una nota del Dipartimento di Stato americano, in cui è stata paventata anche la possibilità di intraprendere “sanzioni mirate contro i leader politici e militari che stanno ostacolando la transizione verso un governo democratico guidata dai civili”.

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