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Macron: “La Francia ha avuto una responsabilità nel genocidio del Ruanda, ora affrontiamo la verità”

Il presidente in visita al memoriale di Kigali con l'omologo Kagame

Pubblicato:27-05-2021 13:28
Ultimo aggiornamento:27-05-2021 13:56
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ROMA – La Francia “ha avuto una responsabilità” nel genocidio avvenuto in Ruanda nel 1994 e ha “il dovere di guardare in faccia e riconoscere la parte di sofferenza che ha inflitto” nel Paese africano, anche perché “per troppo tempo è prevalso il silenzio sull’analisi della verità“. Lo ha detto oggi il presidente francese Emmanuel Macron nel corso di un discorso pronunciato al Memoriale per le vittime del genocidio nella capitale Kigali, nel quale si è recato insieme all’omologo ruandese Paul Kagame. Il presidente francese, nel corso del suo intervento, si è rivolto direttamente ai sopravvissuti degli omicidi di massa che in tre mesi nel 1994, tra aprile e giugno, provocarono la morte di centinaia di migliaia di persone, dicendo che “solo chi ha superato la notte può forse perdonare e darci il dono di perdonare noi stessi”.

Macron ha però evidenziato che la Francia non si ritiene “complice” del genocidio, che “gli assassinii” perpetrati “non avevano il volto” del Paese europeo e che questo “non ha disonorato le sue armi o le mani dei suoi soldati”. L’intervento dell’inquilino dell’Eliseo di oggi era molto atteso in Ruanda. La sua visita nel Paese africano segue di una settimana l’annuncio fatto durante il summit per l’Africa organizzato a Parigi e arriva al culmine di una serie di atti promossi dalla Francia per fare chiarezza sul suo ruolo nel genocidio. Tra l’aprile e il giugno del 1994 milizie della comunità hutu uccisero, a seconda delle stime, tra le 500mila e il milione di persone appartenenti alla comunità tutsi nonché gli hutu di posizioni moderate. I francesi erano sostenitori del governo del presidente Juvénal Habyarimana, la cui morte in un attentato diede il via al genocidio, e inizialmente non intervennero in alcun modo per fermare i massacri, come attestato anche da due report, uno francese e uno ruandese, commissionati dai rispettivi governi e pubblicati nelle ultime settimane. 

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