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Nardella: “Firenze a buon punto sui vaccini, io avrò la prima dose il 6 luglio”

Il sindaco del capoluogo toscano vede la luce in fondo al tunnel per la sua città, e ora "dobbiamo mettere in campo più risorse" per il lavoro anticipando la fine del blocco dei licenziamenti

Pubblicato:27-05-2021 12:16
Ultimo aggiornamento:27-05-2021 12:20
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dario nardella
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FIRENZE – Nell’area fiorentina “sui vaccini siamo a buon punto. Io, per esempio, che sono del 1975, ho prenotato e farò la prima dose il 6 luglio, la seconda il 17 agosto. Tornerò dalle ferie, perché secondo me è giusto anche questo. Ho visto che qualcuno voleva fare gli hub vaccinali sulla spiaggia, e francamente l’ho trovato bizzarro“. Lo sottolinea il sindaco Dario Nardella, intervenendo a ‘Start’, su Sky Tg24. Inoltre “sono due, tre giorni che nella Città metropolitana di Firenze, un’area molto grande, non abbiamo morti per Covid, e questo certamente è una conseguenza del ritmo delle vaccinazioni”. Infine, “si stanno riducendo molto i ricoveri in terapia intensiva o subintensiva, quindi mi pare che tutti i fattori stiano convergendo. Questo, però, non significa pensare che sia tutto passato. Evitiamo, cioè, di fare gli errori dell’anno scorso, quando c’eravamo illusi di una ripartenza che poi si è rilevata fatale”. In generale, conclude, “credo che il generale Figliuolo stia conducendo molto bene le operazioni, soprattutto mostrando autorevolezza e forza nel richiamare le Regioni ad evitare fughe in avanti o modelli fantasiosi per distinguersi o svettare”.

“DOBBIAMO ATTREZZARCI CON MISURE STRUTTURALI PER LA FINE DEL BLOCCO AI LICENZIAMENTI”

Sul blocco dei licenziamenti “mi preoccupo su cosa succederà il giorno dopo che verrà meno il blocco. Dobbiamo attrezzarci, perché quando questo divieto verrà meno il Paese dovrà essere in grado di rispondere con misure strutturali, di medio e lungo periodo”. Lo sottolinea il sindaco di Firenze, Dario Nardella, intervenendo a ‘Start’, su Sky Tg24. In questo senso, osserva, “non dobbiamo bloccare i cantieri per le opere pubbliche”, inoltre “dobbiamo mettere in campo più risorse per le politiche attive, dare occasioni di occupazione a giovani e donne. Insomma, dobbiamo giocare non solo una partita in difesa, ma anche in attacco, perché se guardo a Firenze da una parte ci sono settori in grande crisi, dall’altra ci sono comparti che stanno andando avanti e paradossalmente non riescono a trovare i profili professionali che servono”.

Detto questo, conclude, “capisco molto le preoccupazioni di Landini e dei leader sindacali. Ma è anche vero che questo è un governo di unità nazionale, nato in una situazione di emergenza, e Draghi deve portare avanti il difficile lavoro di sintesi tra le diverse posizioni” politiche.


“TENSIONI? IL PD È IL PARTITO PIÙ ‘DRAGHIANO’ DI TUTTI”

“Sento dire che il Pd fomenta fibrillazioni e tensioni col presidente del Consiglio. Non sono né nel governo né in Parlamento, ma il mio partito è il più ‘draghiano’ di tutti. Se si deve fare l’esame del sangue si faccia avanti chiunque. Diverso è mettere in campo una dialettica” politica. È quanto afferma Nardella nel corso di ‘Start’, su Sky Tg24.

“SAVINI-MELONI HANNO PREFERITO IL COMFORT DEI PALAZZI ALLE COMUNALI”

In un Paese normale Salvini si candiderebbe a Milano e Giorgia Meloni, che è tanto orgogliosa della sua romanità, si metterebbe a disposizione dei romani candidandosi nella capitale. Invece vedo che nel centrodestra c’è il fuggi fuggi: preferiscono tutti la comfort zone della politica nazionale, dei palazzi romani” e non “misurarsi con il difficile compito di governare le grandi città del Paese”. L’affondo lo piazza il sindaco di Firenze, Dario Nardella, intervenendo a Sky Tg24.

Di contro, sottolinea, il centrosinistra e l’alleanza Pd-M5S “ha preso sul serio la sfida delle città: tanto è vero che ha schierato ministri o ex ministri. A Napoli, ad esempio, si parla o dell’attuale presidente della Camera Fico, del ministro in carica Amendola o dell’ex ministro Manfredi. A Roma schieriamo come Pd Gualtieri, ministro di punta del governo precedente”.

Nardella, infine, si sofferma proprio sull’asse tra Pd e 5 Stelle, sfumato in città come Roma o Torino. Quello in corso, osserva, “è un dialogo molto più recente rispetto a quello del centrodestra, che è molto più consolidato. Su questo ho avuto anche modo di parlarne direttamente con il ministro Di Maio: dove ci sono stati anni di contrapposizione, penso a Roma o Torino, è difficile ricostruire alleanze nel giro di poco tempo. Però è chiaro che questo dialogo è utile: va costruito su temi concreti e su argomenti e politiche verificabili”.

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