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Infarti post ospedalieri, i consigli di Rapezzi: Ldl più basso è, meglio è

"Il medico deve coinvolgere il paziente culturalmente e psicologicamente, spiegando il perché di certe scelte terapeutiche e fornendo

Pubblicato:27-05-2015 17:30
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:21

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“Il medico deve coinvolgere il paziente culturalmente e psicologicamente, spiegando il perché di certe scelte terapeutiche e fornendo le medicie più efficaci e a più basso rischio. Bisogna abbassare il colesterolo ‘cattivo’: il recente studio Improve-it ci ha detto che il colesterolo cattivo Ldl più basso è meglio è”. Così Claudio Rapezzi, direttore della Cardiologia del policlinico Sant’Orsola di Bologna, in occasione dell’incontro sulle terapie post infarto per prevenire ricadute che si è tenuto oggi a Roma all’Antico circolo di tiro al volo.

“Il paziente che ha superato un infarto- ha aggiunto- ha avuto tratti coronarici chiusi e poi riaperti con l’operazione, ma deve essere sottoposto per la sua vita successiva a terapia per evitare che capitino nel punto colpito e negli altri nuove occlusioni. Il problema però non è nei millimetri di coronaria chiusa ma nel sangue. Quindi è necessario mettere in campo strategie di prevenzione che per tutta la vita modifichino la tendenza di quel sangue a chiudersi e sviluppare trombi”.


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