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Giorgio Saccoccia chiude il mandato all’Agenzia spaziale italiana (Asi) con boom di budget

Il bilancio del presidente dopo 4 anni alla guida dell'Ente

Pubblicato:27-04-2023 14:03
Ultimo aggiornamento:27-04-2023 14:03

giorgio saccoccia imago
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ROMA – Investimenti, accordi, relazioni: sono stati questi i tre cardini dell’azione dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) nel quadriennio 2019-2023, a guida Giorgio Saccoccia. L’ingegnere, classe 1963, si è congedato oggi (il mandato da presidente termina il 2 maggio) con un partecipato evento nella sede di Tor Vergata dell’Agenzia, occasione per fare il punto del lavoro svolto. “Questo per me è un incontro di famiglia”, ha esordito Saccoccia, che rivendica il boom del budget di Asi: “Per il 2023 puntiamo a circa 2 miliardi di euro. Partivamo da un budget di circa 800 milioni”, chiarisce.

I RISULTATI DI ASI NEL QUADRIENNIO 2019-2023

La maggior parte delle risorse sono destinate all’osservazione della Terra, ma una grande fetta è anche dedicata “all’esplorazione sia umana che robotica dello Spazio: parliamo di un’eccellenza del nostro Paese”. Sul fronte economico, importante anche il ruolo svolto da Asi nella famiglia dell’Agenzia spaziale europea (Esa): “Il budget dell’Esa è aumentato in questi anni, così come il contributo italiano, che è passato dal 12,6% al 18,2%”, che, in cifre, significa passare da un investimento di 1,3 miliardi di euro a uno da più di tre miliardi. “Ci ritorna più di quello che investiamo- sottolinea Saccoccia- Non solo è successo nel 2019, ma siamo convinti che possa continuare così”, sottolinea il presidente, che snocciola anche i numeri dei successi di questi anni: dal lancio di 5 satelliti nazionali- Ixpe, Lares 2, Argomoon, i due satelliti Cosmo Skymed di seconda generazione (“veramente un gioiello”), Liciacube-, al lancio di 9 satelliti in partnership, dai 67 accordi internazionali siglati alle 940 delibere del cda, passando dall’aumento dello staff dell’Agenzia, che segna +47%, alle 199 borse di studio attivate. Di più: 24 gli accordi stretti con le Università, 26 quelli siglati con altre istituzioni italiane,”con un rapporto privilegiato con la Difesa” . Saccoccia indica anche la via per il futuro: “la necessità di avere missioni scientifiche nazionali: la scienza italiana ha capacità e competenza per avere qualcosa di completamente nostro”, spiega.

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LE MISSIONI INTERNAZIONALI E LA POLITICA

Sul fronte delle missioni internazionali, numerosi i contributi italiani: dal James Webb Telescope a Cheops, da Galileo (“la prossima generazione parlerà italiano”), alla nuova generazione di satelliti di meteorologia, da Juice a Euclid e Solar Orbiter. Saccoccia sottolinea poi l’importanza dell’accordo con la Nasa, per cui nel periodo 2025-2030 un astronauta italiano volerà sul Lunar Gateway.

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In questi anni, sottolinea Saccoccia, non è mancato il supporto all’attività del Comitato interministeriale per le politiche relative allo Spazio e alla ricerca aerospaziale, né è mai mancato il supporto allo Spazio dai vari governi in carica, “un supporto multipartisan”, lo definisce il presidente dell’Asi.

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L’INDUSTRIA SPAZIALE IN ITALIA

Non solo ricerca, ma anche e soprattutto industria: “Il ruolo fondamentale dell’Agenzia è far crescere la nostra industria. L’Asi interagisce con l’industria in tutte le forme-commenta- siamo continuamente in contatto. Il mondo dello Spazio sta evolvendo, è sempre più orientato agli aspetti commerciali e diventerà sempre più un servizio per il nostro Paese. La funzione è amalgamare il più possibile tutti gli interessi, abbiamo il dovere e il diritto di dire la nostra per influenzare la politica industriale. Lo facciamo con impegno, passione, a volte anche imponendo delle idee, grazie a una visione ampia per stimolare ricadute di lungo termine. L’industria italiana sta crescendo in maniera straordinaria nel settore spaziale“. In Italia sono più di 300 le imprese dedicate allo Spazio, per un totale di 8mila addetti. La maggior parte si concentra in Campania, Lazio, Lombardia e Piemonte, mentre sono 53 le industrie italiane con sedi fuori dal territorio nazionale (37 in Europa e 16 nel resto del mondo), e sono 13 le aziende straniere presenti nella Penisola. Saccoccia sottolinea anche l’importanza di aver guadagnato, per il settore spaziale, l’1% dei fondi del PNRR.

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IL SALUTO DI GIORGIO SACCOCCIA ALL’ASI

“Tanti i risultati di cui sono entusiasta- spiega Saccoccia, rispondendo all’Agenzia Dire- Sono molto affezionato, in particolare, al piccolo programma Alcor, uno strumento per far venire fuori tutta la nostra capacità innovativa e la nostra creatività“.

“Me ne vado dall’Asi con un’idea completamente diversa rispetto a quando sono arrivato, che avrò voglia di raccontare”, conclude. Saccoccia, terminato il mandato all’Asi, tornerà a lavorare per l’Esa.

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