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Uccisa dall’ex, “lui voleva andare a Uomini e donne”. E ora Maria De Filippi potrebbe essere chiamata in aula

Il delitto è quello di Alessandra Matteuzzi, la giovane uccisa a coltellate dal suo ex a Bologna: la difesa dell'imputato sostiene che le telefonate a 'Uomini e donne' escludano la premeditazione

Pubblicato:27-04-2023 01:23
Ultimo aggiornamento:27-04-2023 01:23
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processo matteuzzi
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BOLOGNA – La conduttrice televisiva Maria De Filippi potrebbe essere chiamata a testimoniare nel processo sull’omicidio di Alessandra Matteuzzi, la donna di 56 anni uccisa lo scorso 23 agosto dal suo ex compagno, il 27enne calciatore dilettante Giovanni Padovani. De Filippi è stata infatti inserita nella lista testi del legale di Padovani, Gabriele Bordoni, che chiede alla Corte d’Assise di Bologna di sentirla nel processo, che inizierà il 3 maggio, sui contatti avuti dal suo assistito con la direzione del programma televisivo ‘Uomini e donne’ fino al giorno dell’omicidio.

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“PADOVANI VOLEVA ANDARE A ‘UOMINI E DONNE’, QUINDI L’OMICIDIO NON ERA PREMEDITATO”

Motivando la sua richiesta, Bordoni spiega che il pomeriggio del 23 agosto Padovani telefonò alla trasmissione chiedendo di poter partecipare alle preselezioni per le puntate della settimana successiva. Questo, secondo il legale, dimostrerebbe che il 27enne “stava facendo programmi per i giorni successivi” e non avrebbe quindi “premeditato di uccidere Alessandra Matteuzzi quella sera“. Non è però detto che la conduttrice venga in aula a deporre, sempre che la Corte decida di ammetterla tra i testimoni. Bordoni, infatti, fa sapere di aver chiesto alla trasmissione, fin qui senza successo, un riscontro di quel contatto e del suo contenuto, aggiungendo che se quel riscontro dovesse arrivare De Filippi verrebbe depennata dalla lista testi. Il legale, infine, annuncia di aver formalizzato la richiesta di disporre accertamenti sulla capacità di intendere e di volere dell’imputato e sulla sua capacità di partecipare al processo. Da parte sua, Antonio Petroncini, uno dei legali della famiglia della vittima, commenta la richiesta di Bordoni dicendo che “ovviamente la difesa fa il suo lavoro”, aggiungendo però di non comprendere come la telefonata di Padovani a ‘Uomini e donne’ possa dimostrare l’assenza di premeditazione. “Ad ogni modo- conclude- ne discuteremo in aula, poi deciderà la Corte”.

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