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Recovery, dal consiglio del Friuli Venezia Giulia sì unanime al documento del tavolo di ripartenza

Per il presidente Piero Mauro Zanin "è un primo importante risultato e ho apprezzato la maturità dimostrata da tutti i gruppi politici. Ora il ruolo delle Regioni dovrà essere quello di soggetto attuatore"

Pubblicato:27-04-2021 16:25
Ultimo aggiornamento:27-04-2021 16:25

il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin
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TRIESTE – Un documento apprezzato e condiviso dall’aula, che va verso lo sviluppo economico del Friuli Venezia Giulia a lungo termine e che traccia la strada di una ripresa in base agli obiettivi già fissati nei giorni scorsi, individuati tenendo conto delle esigenze e delle caratteristiche della regione. La proposta di risoluzione per la terza ripartenza del Friuli Venezia Giulia, con riferimento al Pnrr nazionale, è stata approvata questa mattina all’unanimità dal consiglio regionale. Gli interventi previsti abbracciano diversi settori: sistema territoriale, filiere produttive, accelerazione tecnologica, transizione verde, turismo e salute. Un insieme di indicazioni scelte dopo un mese di audizioni e confronti al Tavolo per la terza ripartenza.

“Questo- sottolinea Piero Mauro Zanin, presidente del consiglio regionale- è un primo importante risultato e ho apprezzato la maturità dimostrata da tutti i gruppi politici e grazie anche alla giunta che ha accettato il pieno coinvolgimento del consiglio”. Per Zanin il ruolo delle Regioni ora “dovrà essere quello di soggetto attuatore, e lo stesso premier Draghi ne ha sottolineato il ruolo fondamentale fin dal suo discorso alle Camere”. Per l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli “è un documento alto ma anche molto concreto, in linea con lo spirito costruttivo della nostra gente, dimostrato in particolare nel dopo terremoto”.

Tra gli interventi dei consiglieri qualche preoccupazione espressa da Claudio Giacomelli, capogruppo di Fratelli d’Italia, in particolare sulla “lentezza dell’apparato amministrativo, invitiamo quindi il presidente Massimiliano Fedriga a far valere con forza le ragioni della nostra specialità”. Considerazioni simili per Diego Moretti, capogruppo del Pd: “Se la governance metterà in secondo piano i territori, questo lavoro rischia di rivelarsi poco utile. Spero che Fedriga, come coordinatore della Conferenza delle Regioni, segnali al Governo la necessità di rappresentanti territoriali all’interno della cabina di regia nazionale”.


Diversi i timori invece per Mauro Bordin, capogruppo della Lega, che auspica “che i fondi vengano usati il meglio possibile e nel modo più rapido: non vorrei che il coinvolgimento in cabine di regia si traducesse in un rallentamento”. Giuseppe Nicoli di Forza Italia suggerisce di “impegnarci per garantire il rispetto dei tempi di progettazione ed esecuzione delle opere: le norme vanno semplificate e c’è ancora molto da sburocratizzare”. Così anche Mauro Di Bert, capogruppo di Progetto Fvg/Ar: “Le scadenze imposte dall’Ue non saranno facili da rispettare- sottolinea- serviranno deroghe e commissariamenti per stare nei tempi”.

Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia, suggerisce di “valorizzare il policentrismo del Friuli Venezia Giulia, gestendo con equilibrio le risorse che arriveranno”, mentre Cristian Sergo del Movimento 5 Stelle rimarca il contributo del suo partito su alcuni fronti, come sanità pubblica o tutela della biodiversità, evidenziando come, per rafforzare il sistema territoriale, non servano le grandi opere. Tiziano Centis dei Cittadini punta l’attenzione invece sul lavoro, sollecitando “azioni di ricollocamento per chi perde il posto, e con la radicale trasformazione dei Centri per l’impiego”. Si concentra sulla salute Walter Zalukar del gruppo Misto, che sottolinea “il problema delle stanze con 4 letti nei nostri ospedali che non aumentano il rischio di contrarre infezioni”.

Per Furio Honsell di Open Fvg il documento consente “uno slancio nuovo, ma serve far ripartire l’ascensore delle opportunità, senza lasciare indietro nessuno”. Per il Pd ancora, Roberto Cosolini, presidente del Comitato controllo e valutazione (Lcv), ha descritto il documento come contraddistinto da due facce: con contenuti innovativi “ma anche- rileva- in altri punti, un elenco tradizionale di tematiche non strategiche”. Per questo chiede alla giunta “una più chiara definizione delle priorità perché l’elenco delle proposte è fin troppo ricco”.

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