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Il paradiso può attendere, ma la Chiesa non ci sta

L'editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:27-04-2020 15:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:13

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ROMA – “Ma chi ha consigliato il presidente del Consiglio? Tutta la Chiesa è in rivolta” dice un esponente del mondo cattolico, che insieme ad altri sta organizzando la protesta contro il ‘no’ alla riapertura delle chiese per la celebrazione delle funzioni religiose. Basta fare qualche telefonata per trovare conferma, la rabbia è trasversale, il clima infuocato. Già ieri sera, a stretto giro di posta, la Conferenza episcopale italiana aveva tuonato contro la decisione del Governo: “Inaccettabile vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto”. Parole durissime che avevano fatto sobbalzare più di una sedia, e spinto a promettere che presto si studierà un protocollo per la partecipazione dei fedeli.

Non solo, l’avvio della fase due – “meglio dire uno e mezzo’ scherza un parlamentare della maggioranza- ha sollevato più di una critica, non solo dell’opposizione. Il primo è stato Matteo Salvini: “l’unica ‘autocertificazione’ che serve è quella del buonsenso, altrimenti l’economia, il lavoro e la vita degli italiani rischiano di non riprendersi più. Basta fateci uscire, guadagnare, lavorare” ha detto il leader della Lega.

Mugugni anche nel Pd, mentre le ministre di Italia Viva, Bellanova e Bonetti, ci sono andate giù pesante invitando il Governo a trovare presto una soluzione per far ripartire davvero il Paese. Ma se a livello di Governo ha prevalso il timore di una possibile ripartenza dei contagi, a livello regionale si procede ancora in ordine sparso.


Il Veneto, ad esempio, con il Governatore Zaia ha invitato il Governo “ad essere più razionale, bisogna capire che il sacrificio si può fare, ma non protrarre in questa maniera. Come comunità dobbiamo darci delle regole ma bisogna comunque aprire”. E con una sua ordinanza, dalle 18 di oggi, Zaia permetterà ‘aperture’ diverse da quelle decise a livello nazionale. Ma anche l’Emilia-Romagna, la Liguria e la Lombardia hanno sollevato critiche e dubbi.

Ed anche per quanto riguarda gli spostamenti, si è scatenata una bufera sulla possibilità di andare a trovare i congiunti. Diventato subito tendenza, con centinaia di clic su google per capire chi sono questi congiunti, con qualche buontempone che ha subito lanciato la campagna “Adotta un congiunto per il tuo fine settimana”.

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