ROMA – Il governo italiano non ha “strumenti per ottenere una verità giudiziaria, non abbiamo strumenti reali concreti per intervenire e sostituirci alla magistratura egiziana“, risponde il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Pechino. A chi gli domanda se il governo valuta anche la rottura delle relazioni e il ritiro dell’ambasciatore, Conte risponde che “il modo più efficace per premere per un risultato è continuare a spendere la mia iniziativa, la pressione e l’influenza che il governo può esprimere nei confronti del governo e del presidente Al Sisi. Non posso che continuare su questa strada e non mi fermerò fino a che non avrò una verità plausibile e riscontri oggettivi”.
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Conte, che si detto ‘turbato’ per la lettera appello dei genitori di Giulio Regeni, ha spiegato che nel faccia a faccia a Pechino con Al Sisi ha manifestato “l’insoddisfazione che a distanza di tempo non ci sia ancora un concreto passo avanti che faccia intravedere un accertamento dei fatti plausibile. Io- ha aggiunto il premier- ho prospettato che l’Italia non verrà mai meno a una verità giudiziaria che abbia riscontri oggettivi e inoppugnabili”.
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