Delitto Pierina: riti voodoo, una nuova ‘amicizia’ e la paura dell’investigatore privato

Cosa è emerso nei tre giorni di interrogatorio di Manuela Bianchi sul giallo di Rimini per l'omicidio di Pierina Paganelli. La donna è oramai la principale accusatrice dell'ex amante Dassilva

Pubblicato:27-03-2025 16:26
Ultimo aggiornamento:27-03-2025 16:26

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RIMINI – Un nuovo misterioso amore (o amicizia?) per Manuela Bianchi, l’arma dei riti voodoo contro poliziotti e Pm per Louis Dassilva ,e ancora, il timore che Pierina ingaggiasse un investigatore privato e scoprisse così la tresca allora in corso tra la nuora e il senegalese. Sono le rivelazioni emerse nella tre giorni di incidente probatorio e di interrogatorio fiume per Manuela Bianchi, indagata per favoreggiamento nell’omicidio della suocera, Pierina Paganelli, trovata morta nel garage del suo condominio a Rimini nell’ottobre 2023.

LE 600 DOMANDE E IL PARAVENTO

La 55enne, moglie di Giuliano Saponi, figlio della vittima assassinata con 29 coltellate, ha parlato in Aula dove è sempre stato presente l’ex amante ed unico indagato per l’omicidio dell’anziana donna: Louis Dassilva, 35enne di origini senegalesi, in carcere dallo scorso luglio. I loro sguardi però non si sono mai incrociati: su disposizione del Gip infatti, gli ex amanti erano divisi da un paravento in Aula.
In queste tre giornate, secondo le indiscrezioni emerse dalla stampa locale, la nuora di Pierina ha risposto ad oltre 600 domande da parte del pubblico ministero Daniele Paci e degli avvocati delle parti. Più della metà, 312, sono state preparate dalla difesa di Dassilva, per evidenziare possibili incongruenze, come ha spiegato la  criminologa Roberta Bruzzone, consulente dell’uomo, durante la trasmissione “Ore 14” su Rai 2. E a nessuna delle domande si sarebbe opposta di rispondere, come ha spiegato invece ai cronisti fuori dal tribunale stamane il criminologo consulente della donna, Davide Barzan: “Ha detto tutto, si va verso la verità e ne siamo veramente contenti”.

E anche alla richiesta del Gip di una disponibilità al confronto diretto con Dassilva, Bianchi non si è sottratta, diversamente dell’uomo. Il senegalese infatti si è negato al faccia a faccia con l’ex amante che nelle sue dichiarazioni ha confermato la sua presa di distanze e la tesi della presenza dell’uomo nel momento del ritrovamento del cadavere dell’anziana suocera. Ma rispetto all’interrogatorio precedente della donna, sono emersi nuovi dettagli.

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I RITI E LO STREGONE VOODOO

Louis Dassilva – unico indagato per l’omicidio – prima di venire arrestato, avrebbe chiesto ad alcuni connazionali in Senegal di fare dei riti voodoo, dando i nomi di sei poliziotti della squadra mobile di Rimini e del sostituto procuratore Daniele Paci, titolare del fascicolo sul delitto Paganelli. A confermare il ricorso a certi rituali esoterici sarebbe un messaggio in mano agli inquirenti, inserito direttamente nel fascicolo di indagine sull’omicidio di Pierina Paganelli, che risalirebbe al 2023, poche settimane dopo il delitto. Il messaggio, inviato in Senegal, conteneva direttive precise sui nomi degli inquirenti nei confronti dei quali sarebbe stato chiesto un rito voodoo, di quelli che prevedono anche il sacrificio di animali, per mano di uno ‘stregone’. La richiesta dell’uomo sarebbe stata motivata dal timore e dal presentimento di finire al centro dell’indagine, come poi è stato.

DASSILVA E LA PAURA DI UN INVESTIGATORE PRIVATO

Tra le novità emerse nell’interrogatorio di Manuela Bianchi vi è la paura che aveva Dassilva nei confronti di Pierina Paganelli. Il 35 enne, con cui Bianchi aveva una liason extra coniugale, temeva che la suocera avesse potuto ingaggiare un investigatore privato per scoprire con chi la nuora avesse una relazione, mentre suo figlio era ricoverato da mesi in ospedale. La 78enne, secondo la testimonianza data da Bianchi, non era insolita a rivolgersi a questo tipo di professionisti per ‘monitorare’ la nuora: vi era già ricorsa prima della separazione. Davanti al Gip inoltre Manuela Bianchi in questi giorni ha ripercorso, nei minimi dettagli, la storia della relazione clandestina con il vicino di casa senegalese, marito della sua amica, Valeria Bartolucci, andata avanti per mesi, documentata anche da foto conservate nei cellulari. Una storia mossa da un sentimento reale da entrambe le parti, e tanto potente, secondo la tesi degli inquirenti, da spingere Louis Dassilva a colpire con un coltello 29 volte il corpo esile dell’anziana donna, vista come una minaccia per la loro storia e per la stessa Manuela.

UN NUOVA “AMICIZIA” PER MANUELA BIANCHI

Nel corso dell’incidente probatorio e dell’interrogatorio dell’ex amante, Dassilva ha ascoltato tutte le domande rivolte alla donna, tra cui anche quelle su una presunta nuova love story. La difesa del senegalese ha infatti chiesto a Bianchi se ci fosse un nuovo amore nella sua vita. La domanda è stata ammessa dal Gip e la Bianchi non si è sottratta dal rispondere positivamente, anche se ha parlato piuttosto di “un’amicizia”. La donna ha così ammesso di frequentare l’ex marito di una sua amica.

Alla luce anche della conclusione e dell’esito dell’incidente probatorio, il Gip dovrà infine esprimersi sulla richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Dassilva, Riario Fabbri e Andrea Guidi.

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