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A Bologna via Crucis contro le suore: “Licenziano e offendono”

In vendita l'immobile in cui si trova l'istituto Santa Giuliana tra via Mazzini e via Albertoni. L'istituto, tra le altre cose, dà alloggio a 60 studentesse

Pubblicato:27-03-2023 14:27
Ultimo aggiornamento:27-03-2023 14:27
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PROTESTA-ISTITUTO-SANTA-GIULIANA
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BOLOGNA – L’istituto Santa Giuliana di Bologna licenzia 27 lavoratrici e lascia 60 studentesse senza alloggio. È l’allarme che lanciano Flc-Cgil e Fp-Cgil oggi in presidio itinerante davanti ai tre enti coinvolti: l’Ufficio scolastico, il Consiglio comunale e infine la “diretta interessata”, la Curia. Un giorno di sciopero ma anche di “‘via crucis’- spiega Serena Caselli della Fp Cgil- portiamo i lavoratori in tutte queste sedi istituzionali per sensibilizzarli”. Il motivo deriverebbe dalla vendita dell’immobile situato tra via Mazzini e via Albertoni, di proprietà della Congregazione delle Suore Mantellate Serve di Maria, dove ci sono scuola elementare e materna e un convitto per studentesse.

“SOLO PROPOSTE SCANDALOSE PER LE LAVORATRICI”

“È arrivata una comunicazione a 27 lavoratrici tra scuola e convitto comunicando che la chiusura sarebbe avvenuta il 31 agosto 2023”, ricostruisce Caselli davanti alla prima ‘tappa’ del Provveditorato, per cui ora la necessità è di “capire se possiamo rioccupare anche solo in parte alcune lavoratrici e le altre che destino avranno”. Tra l’altro, l’istituto “dà alloggio a 60 studentesse” che “con la crisi abitativa di questa città, rischiano di essere lasciate fuori”, e altri “70 bambini separati dalla propria comunità educante”.

Al momento però non sembra essere stata trovata alcuna soluzione che soddisfi le lavoratrici. “Ci sono stati dei tavoli di salvaguardia gestiti dal nostro confederale sindacale, ma al momento, a parte un po’ di letteratura, quindi botta e risposta attraverso delle lettere, a oggi una soluzione non ce l’abbiamo nemmeno da parte loro– prosegue la sindacalista- se non delle proposte scandalose lesive dei diritti e della dignità delle persone”, come “proposte di carattere economico, come dire due spiccioli per liberare uno stabile, ma questa non è la soluzione che auspichiamo noi”.


“INTERVENGA LA DIOCESI DI BOLOGNA”

Per questo le lavoratrici dell’Istituto Santa Giuliana di Bologna chiedono a gran voce alla parte politica “che si interessi innanzitutto alle lavoratrici e ai lavoratori”, trovando “soluzioni alternative o quanto meno di metterci in contatto e di comunicare con le parti”. Inoltre, “chiediamo che anche la parte della diocesi di questa città si prenda delle responsabilità e delle risposte per capire esattamente quale sarà la destinazione d’uso di questo stabile e se c’è la possibilità di occupare, almeno in parte, le lavoratrici e tutti i soggetti firmatari dei vari patti per il lavoro”, conclude Caselli.

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