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Recovery, Falcomatà: “34% per il Sud troppo poco, si arrivi al 60%”

Lo dichiara alla Dire il sindaco metropolitano di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà intervistato dal direttore Nico Perrone sulla ripartenza del Sud sfruttando i fondi europei

Pubblicato:27-03-2021 12:38
Ultimo aggiornamento:27-03-2021 12:41
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REGGIO CALABRIA – “Siamo contenti delle parole del presidente Mario Draghi. In realtà le abbiamo sentite tante volte in questi anni ma adesso abbiamo la consapevolezza di come tradurre i fatti concreti queste buone intenzioni”. Così alla Dire il sindaco metropolitano di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà intervistato dal direttore Nico Perrone sulla ripartenza del Sud sfruttando i fondi del Recovery fund.

“La prima cosa da fare – ha aggiunto – è attivare i livelli essenziali delle prestazioni che sono quelli che ad oggi lasciano al Sud minori servizi sociali, meno posti letto ospedale, un trasporto pubblico locale non adeguato, minori risorse per asili nido. Tutto questo – ha argomentato Falcomatà – può essere rideterminato se si definiscono i livelli essenziali delle prestazioni, evitando quello che ad oggi è una vera e propria discriminazione di residenza. Il secondo elemento riguarda la distribuzione delle risorse.

Il tetto delle risorse per il Mezzogiorno nel Recovery fund è del 34%: troppo poco perché all’interno ci sono risorse che noi già abbiamo, come i fondi strutturali”. Per il primo cittadino di Reggio Calabria “occorre togliere i fondi strutturali dal 34% ed arrivare, come suggerisce Svimez, al 60%. Altrimenti viene meno il carattere aggiuntivo”. Sul ruolo dei sindaci nella ripartizione del fondi Falcomatà è stato netto: “quando arrivano le risorse le spendono, lo abbiamo visto nel corso della pandemia con i buoni spesa. Chiediamo quindi – ha concluso – che una quota parte del Recovery fund venga gestita dalle Città metropolitane”.


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