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Processo Cucchi, il carabiniere: “Registro fotosegnalamento sbianchettato, era evidente”

La deposizione del tenente Carmelo Beringheli, comandante del nucleo operativo della compagnia Casilina, nel processo in corte d'assise che vede imputati cinque carabinieri, tre dei quali accusati di omicidio preterintenzionale

Pubblicato:27-03-2019 12:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:17
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ROMA – “Era evidente che il registro delle persone sottoposte a fotosegnalamento della Compagnia di Roma Casilina era stato sbianchettato e feci presente al capitano Tiziano Testarmata (gia’ comandante del nucleo investigativo, ndr) che il registro in originale, non solo la fotocopia, andasse acquisito e consegnato alla magistratura per essere sottoposto ad accertamenti”.

E’ un passaggio della deposizione del tenente Carmelo Beringheli, comandante del nucleo operativo della compagnia Casilina, nel processo in corte d’assise che vede imputati cinque carabinieri, tre dei quali accusati di omicidio preterintenzionale, in relazione al pestaggio subito da Stefano Cucchi e alla sua morte.

Beringheli ha detto di avere invitato Testarmata (indagato, insieme ad altri sette carabinieri, per falso ideologico e favoreggiamento nell’inchiesta sui falsi e i depistaggi, nell’ambito della quale era stato ascoltato anche Beringheli come persona finto salta sui fatti) a prendere l’originale del registro il 4 novembre 2015, quando si presento’ alla compagnia Casilina per acquisire alcuni atti.


“Secondo me- continua Bringheli- quello che la magistratura cercava stava proprio in quelle carte che davano conto del passaggio di Cucchi dalla Compagnia alla sala Spis nella giornata del 16 ottobre del 2009 (quando fu arrestato, ndr). Trovai strano e assurdo che non venisse portato via in originale quel registro”.

Prima di Beringheli e’ stato ascoltato Francesco Cavallo, indagato per falso e all’epoca dei fatti tenente colonnello e capo ufficio del comando del Gruppo Roma, ma si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere.

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CORTE ASSISE ACQUISISCE PERIZIA DA PROCESSO APPELLO A MEDICI PERTINI

La Corte d’assise del Tribunale di Roma, che sta giudicando 5 carabinieri per la morte di Stefano Cucchi (3 dei quali per omicidio preterintenzionale), acquisira’ nel dibattimento in corso la perizia sulle cause della morte di Stefano Cucchi, disposta nell’ambito del terzo processo d’appello ai medici dell’ospedale Pertini. Il collegio ha accolto la richiesta avanzata dall’avvocato Giosue’ Bruno Naso, difensore di uno degli imputati.

La perizia in questione e’ stata redatta dai professori di Padova, Anna Aprile e Alois Saller, e individuava come causa del decesso di Stefano Cucchi una morte aritmica su base cardiaca su un soggetto bradicardico e con ipoglicemia grave per alimentazione scadente. Il presidente della Corte non ha escluso che i periti possano essere convocati per eventuali chiarimenti.

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