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VIDEO | Stupro Catania, Garante dei detenuti contro Salvini: “Le sue parole inadeguate alle istituzioni”

Il ministro dell'Interno ha parlato di castrazione chimica. "Mi stupisce linguaggio volutamente ad effetto per acquistare consenso al ribasso"

Pubblicato:27-03-2019 11:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:17

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ROMA – “Parlare di linguaggio istituzionale nei confronti del ministro Salvini e’ come sparare sulla croce rossa. Se c’e’ una persona inadeguata al linguaggio istituzionale e’ proprio il ministro dell’interno“. Lo dice il garante per i detenuti Mauro Palma, rispondendo a chi gli domanda come commenti il richiamo del ministro Salvini alla ‘castrazione chimica’ per gli autori della violenza sessuale a Catania.

 

Palma nella sua relazione al Parlamento, presentata oggi, ha denunciato “un clima generale che nega la soggettività alle persone detenute”, “un clima che si esprime in un linguaggio che in nulla rispecchia il mandato costituzionale, un linguaggio secondo cui il carcere è il luogo in cui si marcisce e non ci si reinserisce nella società”.


Interpellato sulla dichiarazione di Salvini a proposito di Catania, il Garante spiega che “parlare di cose tipo marcire in carcere, a fronte di una Costituzione che parla di rieducazione, o altre affermazioni che mi auguro a volte siano state un po’ estrapolate, ma qualcuna l’ho sentita direttamente, e’ secondo me una caduta dal punto di vista istituzionale che deve far riflettere. Tutti noi, ciascuno con il proprio ruolo istituzionale, deve sapere dosare il proprio linguaggio”.

Sulla ‘castrazione chimica’ come ipotetica sanzione, Palma ricorda di essersi “occupato per anni in ambito europeo del tema dei trattamenti farmacologici per chi ha violentato. E vorrei spiegare- aggiunge- quali sono le difficolta’ e l’ineffettualita’ della misura. Anche perche’ e’ una misura cha ha una sua reversibilita’. Ma qui andiamo nel tecnico. Quello che mi stupisce e’ che e’ un linguaggio volutamente ad effetto per acquistare un consenso, che e’ un consenso al ribasso. Mentre e’ molto meglio far riflettere su quali siano le culture del maschile nella societa’, su come cresciamo i figli maschi e via dicendo, e quali atteggiamenti abbiamo nei confronti della donna. Molto piu’ di pensare che una volta realizzati i reati, poi questi debbano essere affrontati con misure che esulano dalla privazione della liberta’”.

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