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La Notte della Taranta diventa maggiorenne

ROMA - La Notte della Taranta diventa maggiorenne. E festeggia i

Pubblicato:27-03-2015 17:46
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:13

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nichi_vendola_phil_manzaneraROMA – La Notte della Taranta diventa maggiorenne. E festeggia i 18 anni che compirà ad agosto sotto una guida eccellente. Quella di Phil Manzanera. L’ex chitarrista dei Roxy Music, band britannica degli Anni 70-80, in questi ultimi anni ha legato la sua professione ai Pink Floyd. Manzanera produce e suona con David Gilmour ed ha prodotto anche ‘The Endless River’, l’album uscito a fine 2014 e considerato come l’ultimo della leggendaria band inglese. Per la sua esperienza e l’attività in corso, Phil oggi è chiamato a fare da ‘Maestro Concertatore’ della Notte della Taranta. “Prima non avevo mai sentito la pizzica, mi sono documentato e sono rimasto affascinato, come pure dalla Puglia”, ha raccontato Manzanera nella presentazione dell’edizione 2015 in programma nel Salento dal 4 al 22 agosto, presso la sede della Stampa Estera a Roma.

Quello che viene considerato come il Festival più grande d’Italia ha portato in piazza 320mila persone, 150mila a Melpignano nel concerto finale mentre, l’anno scorso, l’edizione fu trasmessa interamente da Rai5, seguita 2.400.000 contatti con uno share del 3,65%. Un trionfo sui social network: 100mila ‘mi piace’ sulla pagina ufficiale Facebook, 6mila followers su Twitter. Oggi si festeggia la maggiore età dell’evento e i dieci anni con Nichi Vendola alla presidenza della Regione Puglia che nella ‘Notte’ ha creduto tanto e da sempre: “Dieci anni fa la Puglia non c’era – ha detto Vendola – Nella tradizione del nostro territorio si percepiva sensazione di invisibilità”.

Vendola ha ricordato la scelta di aver finanziato la ‘Notte della Taranta’, verso cui “non c’era una particolare simpatia da parte della Regione. Noi l’abbiamo scelto come evento elettivo per la rappresentazione delle nostre intenzioni politiche, contro qualunque tendenza a esaltare identità in termini ‘cavernicoli'”, quindi contro una identità che aveva il sapore di chiusura con il mondo, “di recinto blindato”. Si tratta di una festa popolare, ha detto ancora il Governatore, “di una festa popolare con 150mila persone, da 18 anni mai un incidente, si parla del Sud d’Italia per le sue negatività o i suoi difetti”. Ma non solo: “Immaginiamo cosa significa per un paese come Melpignano, con 2mila abitanti, l’arrivo di 150mila persone”. Entusiasmo e curiosità. Questo è quanto ha provato, e prova, Manzanera: “L’opportunità si è presentata ad ottobre dell’anno scorso – ha detto all’agenzia DIRE – Sono andato subito sul sito ufficiale per documentarmi, ricordo di aver passato un pomeriggio eccitante, ho capito quanto l’impegno fosse importante. Ho percepito subito cosa potevo e dovevo fare”. Personalmente “farò del mio meglio perché sia una serata divertente, una grande serata per il pubblico e qualcosa di interessante per la musica”.


“Ho una motivazione personale per cui sono onorato di essere stato nominato Maestro Concertatore della ‘Notte della Taranta’. Pochi anni fa ho scoperto che mio nonno era un musicista ed era napoletano. Il nome della sua orchestra era ‘F. Cavaliere Castellano’s Italian Opera Company’ e il suo cognome era Devine”. A rivelarlo è lo stesso Phil Manzanera,durante la presentazione. Quindi, l’appello: “Sarei lieto se qualcuno, anche tramite i social, riuscisse ad aiutarmi e mi contattasse per trovare le origini della mia famiglia”. Da una ricerca fra documenti e giornali risalenti ai primi anni del ‘900, la Dire ha riscontrato effettivamente l’esistenza di un’orchestra italiana conosciuta come ‘F. Cavaliere Castellano’s Italian Opera Company’ o come ‘Cavaliere F. Castellano’s Italian Opera Company’ spesso in tournee nel Regno Unito. Produttore ne è stato ‘mister’ Francesco Castellano. Del repertorio dell’orchestra hanno fatto parte i maggiori componimenti operistici dell’epoca: la Carmen e il Rigoletto, la Cavalleria Rusticana e il Faust, I Pagliacci ed Il Trovatore fino alla Lucia di Lammermoor. Tutte le opere sono state eseguite in italiano e, perlopiù, gli interpreti erano italiani. E’ plausibile, quindi, che il nonno di Manzanera fosse o lo stesso Castellano, impresario dell’orchestra, o qualcuno dei cantanti della compagnia. Nell’ambito delle stesse ricerche non si è avuto riscontro di alcun musicista che avesse come cognome ‘Devine’ o simili.

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