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Fiera di Rimini, nel 2015 record e possibili alleanze internazionali

Tra privatizzazione e integrazione regionale, la terza via

Pubblicato:27-03-2015 14:40
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:13

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fiera riminiTra privatizzazione e integrazione regionale, la terza via potrebbe essere quella delle alleanze internazionali. Anche se comunque “non c’è uno stato di necessità”. In commissione “Controllo” al Comune di Rimini si discute del futuro del sistema fieristico e il presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni, pare propendere per la ricerca di alleanze con “operatori internazionali oppure molto esperti, come alcune fiere tedesche”. Che sono il numero uno a livello europeo.

Le mosse per il futuro, sostiene Cagnoni, devono indirizzarsi per creare da un lato economie di scala, dall’altro “massa critica per realizzare programmi internazionali, impossibili se si rimane soli”. Negli ultimi di giorni si è riproposto il tormentone dell’integrazione regionale dei quartieri fieristici di Bologna, Rimini e Parma. Ma, avverte Cagnoni, “occorre avere le idee chiare e ora non mi pare lo siano: parlare di coordinamento, di cabina di regia (come sta facendo la nuova amministrazione regionale, ndr), di direzione unitaria mi sembra un gonfiare i muscoli perché siamo secondi in Italia, perché Milano ha scippato due manifestazioni a Bologna”. Ma se questa è la base di partenza “abbiamo già perso. Se si parla genericamente di cabina di regia è aria fritta”. Invece occorre chiarire il “progetto industriale e gli obiettivi”, perché comunque “ci sono le condizioni e la convenienza in una reale integrazione tra società fieristiche”. Fermo restando che “alcune caratteristiche a Milano non le porta via nemmeno Gesù” e che “non c’è sovrapposizione di prodotti tra Bologna e Rimini grazie ad accordi bilaterali”.

Dunque gli obiettivi dell’integrazione devono essere “economie di scale per alzare la redditività” e massa critica per l’internazionalizzazione. “Se c’è questa volontà, Rimini con la sua organizzazione e le sue potenzialità può reggere la prova senza timidezza”. Anche se Bologna, Cosmoprof in Cina a parte, “ha fatto passi in avanti limitati sulle rotte internazionali. Sul tema insieme avremmo muscoli più forti, ma, sebbene più complicato, possiamo farlo anche in autonomia”. Insomma nessuna testa fasciata se non va in porto l’alleanza con Bologna: “Rimini può avere comunque prospettive positive”, facendo “attività per alleanze con attori internazionali”.


Intanto Fiera di Rimini e il Palas di Rimini, hanno fatto sapere dalla stessa Fiera, “valgono il 10%-12% del Pil provinciale. E se sull’Astronave pesano i due mutui da 27 e 42 milioni di euro, la Fiera a fine anno estinguerà del tutto i suoi debiti, in anticipo di 365 giorni sulle previsioni, avendo registrato nel 2014 un fatturato da 67 milioni e un utile netto di 2,7 milioni”. Il 2015 dovrebbe portarla “in testa a livello nazionale anche rispetto al gigante milanese”. E nel corso dell’anno verrà anche liquidato il dividendo straordinario dalla vendita dell’area dell’ex fiera: 10,75 milioni. Ma il 2015 sarà anche l’ultimo con la guida di Cagnoni. “Non ho nessuna intenzione di ricandidarmi” ha detto oggi. Dunque nel 2016, dopo 14 anni, terminerà la sua presidenza per Rimini Fiera. Cagnoni è stato nominato presidente di Rimini Fiera nel 2002, rendendosi protagonista della realizzazione del nuovo quartiere per un investimento che si aggira intorno ai 300 milioni di euro.

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