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‘Trattami con umanità’: A Potenza testimonianze e denunce

[video width="1280" height="720" mp4="http://www.dire.it/wp-content/uploads/2019/02/Che-la-maledizione-sia-dannata-Trailer.mp4"][/video] ROMA - Chi obbliga tante ragazze a vendere il proprio corpo sulle nostre strade? E chi cerca

Pubblicato:27-02-2019 16:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:10
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ROMA – Chi obbliga tante ragazze a vendere il proprio corpo sulle nostre strade? E chi cerca di liberarle? Sono alcune delle domande alle quali proveranno a rispondere i partecipanti al convegno ‘Trattami con umanita”, in programma a Potenza questo pomeriggio.
L’appuntamento e’ per le 17 nella sala convegni del Centro studi e ricerche sulle realta’ meridionali (Ce.St.Ri.M.), in via Sinni.
Previsti gli interventi di Godwin Chukwu, storico ed esperto, Giuseppe Pontecorvo, dirigente della Squadra mobile di Potenza, Flaminia Vola, coordinatore nella sezione Migranti e rifugiati del dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale. Durante l’incontro Laura Ghiandoni introdurra’ il documentario ‘Che la maledizione sia dannata’ realizzato insieme con Gianluca Gregori a completamento del corso di giornalismo della Fondazione Basso di Roma.
Sara’ presente al convegno il presidente del Centro, don Marcello Cozzi, che ha parlato di una manifestazione di resistenza contro il “clima da caccia agli untori che sembra prevalere su ogni senso di umanita’”. Don Cozzi ha denunciato che le ragazze “non sono piu’ persone, ma strumenti di approvazione popolare e soggetti di scambio elettorale”. Durante l’incontro si affrontera’ la questione del permesso per “motivi umanitari” cancellato dal Decreto sicurezza.
In primo piano anche le problematiche degli operatori che intervengono quotidianamente per permettere la fuga delle ragazze, con l’obiettivo di ricondurre le vittime di tratta in un percorso di vita proprio. Ha sottolineato don Cozzi: “Noi che da anni stiamo accanto alle ragazze trafficate fra le fatiche della strada, nel lento riappropriarsi delle loro esistenze, vogliamo riaffermare il fatto che si tratta di persone, umanita’ fragile, non oggetti”.

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