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Canili, Brambilla scrive a Tronca: “Garanzie su salute e adozioni”

“Non si tratta di oggetti o di beni inanimati, ma di esseri senzienti che rischiano di essere abbandonati due volte": dai proprietari e dalle istituzioni

Pubblicato:27-02-2016 15:24
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:03

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BrambillaROMA – “Non si tratta di oggetti o di beni inanimati, ma di esseri senzienti che rischiano di essere abbandonati due volte: la prima da proprietari incoscienti o in malafede, la seconda dalle istituzioni che dovrebbero proteggerli”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, in una lettera indirizzata al commissario prefettizio del Comune di Roma, prefetto Francesco Paolo Tronca, per chiedere “informazioni” sulla sorte degli animali ospitati nei canili della capitale, in subbuglio da quando sono scadute le vecchie convenzioni. In particolare, riferendosi al recente trasferimento dei cani della struttura ex Poverello di Vitinia, l’ex ministro chiede di sapere “se analoghi provvedimenti, inevitabilmente traumatici per gli animali, sono allo studio per gli ospiti dell’ex Cinodromo e della Muratella e in base a quali criteri è stata individuata la struttura privata convenzionata dove ricoverare i cani dell’ex Poverello, quali misure l’amministrazione commissariale ha adottato o intende adottare per garantire la salute e il benessere degli animali, molti dei quali vecchi e malati, fino all’espletamento del bando europeo e se, nell’assetto definitivo del sistema, si terrà conto della professionalità e dell’esperienza dei dipendenti e dei volontari che hanno finora accudito gli ospiti dei canili ed hanno sviluppato con loro un legame affettivo, prezioso per gli stessi animali”.

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“Grazie all’impegno di queste persone- continua Brambilla- i canili comunali di Roma hanno ottenuto la fiducia dei cittadini e raggiunto il punto di pareggio tra ingressi ed uscite, in adozione o in ricongiungimento con le famiglie che hanno smarrito i loro amici a quattro zampe. C’è invece il rischio che le strutture private, dove i cani potrebbero restare non si sa bene per quanto tempo, non siano in grado di garantire l’essenziale funzione sociale dei canili come luogo d’incontro della domanda e dell’offerta di compagnia e di affetto”. Insomma, conclude l’ex ministro, è essenziale evitare che questi animali siano abbandonati due volte: “La prima da proprietari incoscienti o in malafede, la seconda dalle istituzioni che dovrebbero proteggerli”.

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