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A Bologna fibre di amianto nell’acqua, Totire prepara l’esposto

Il medico del lavoro presidente di Aea pone anche "un problema politico: ci pare che il sindaco di Bologna non sia Virginio Merola ma Hera"

Pubblicato:27-02-2016 11:09
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:03

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Amianto

BOLOGNA – “Invieremo entro la prossima settimana un nuovo esposto alla Procura” che ipotizza il reato di “distribuzione acque nocive per la salute pubblica” in violazione della legge 257/92 che vieta la commercializzazione di prodotti contenenti amianto. Ma al tempo stesso “vogliamo porre un problema politico: ci pare che il sindaco di Bologna non sia Virginio Merola ma Hera“.

Vito Totire, medico del lavoro presidente di Aea-Associazione esposti amianto, si mette in moto dopo la seduta di commissione di mercoledì mattina relativa alla presenza di amianto negli acquedotti bolognesi, dove il tecnico del Comune Marco Farina ha rivelato che “su 60 campioni prelevati, il 36% circa è risultato positivo, cioè è stata riscontrata la presenza di fibre fino ad un massimo di circa 20.000 per litro d’acqua”, e accusa Palazzo D’Accursio e Arpa di “aver ripetuto tesi e ‘giustificazioni’ di cui abbiamo documentato la totale infondatezza”. In particolare, in una lunga nota, Totire contesta “quanto asserito dalla funzionaria dell’Arpae Annamaria Colacci”, secondo cui “la concentrazione è veramente bassa”, mentre “c’è bisogno di un’elevatissima concentrazione di fibre e di un’esposizione molto lunga perché qualunque tipo di patologia associata all’amianto possa insorgere, sia cancerogena che non cancerogena”. Secondo il medico, “si tratta di tesi che valgono solo per le patologie non neoplastiche da amianto, ed è sconfortante che una agenzia pubblica possa ‘comunicare’ in quei termini“. Inoltre, Totire afferma che “la proposta del limite di tolleranza fino a sette milioni di fibre viene da un’agenzia statunitense”, ed è dettata “non da obiettivi di tutela sanitaria ma da criteri di ‘realpolitik’. Come dire: evitiamo di dichiarare non potabile l’acqua di 4/5 del pianeta“.


Il congresso degli Usa, tira dritto Totire, “ha comunque stabilito che le tubazioni in amianto devono essere sostituite, e noi abbiamo spiegato che i criteri analitici utilizzati sono differenti: negli Usa utilizzano il microscopio Tem, a Reggio Emilia il Sem”. Non a caso, aggiunge, “l’unica volta che sono stati fatti esami in Tem in Emilia-Romagna, a Ravenna, sono state contate fino a 2,5 milioni di fibre”. Ancora, il presidente di Aea chiede “che tipo di amianto è stato campionato: crisotilo o anfiboli? Questo perché ora il dato non è più disponibile, e gli anfiboli sono più aggressivi e la loro commercializzazione è vietata”. Totire ne ha anche per Ausl e sindaco, che al momento “non parlano, anche se quando l’hanno fatto non hanno detto cose molto diverse dai due funzionari citati”, e chiede ai funzionari dell’Arpae “come mai non hanno mai campionato fuori Bologna, per esempio nei Comuni colpiti da eventi sismici”. Forse perché, commenta, “sanno che i dati peggiori, fino a questi del 2016 di Bologna città, sono sempre stati fuori Bologna. Per essere brutali, sarebbe bello sapere cosa si è bevuto a Crevalcore in questi anni“. Per questi motivi, Totire coglie l’occasione per rivolgersi ai cittadini di Bologna, invitandoli a “cambiare, tra qualche mese, governo della città e mandare Hera alla opposizione”.

di Andrea Mari, giornalista professionista

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