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Giorno della Memoria, il sindaco-prof Gualtieri fa lezione al Tasso

Una lezione speciale che ha visto in cattedra il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, per parlare ai giovani di olocausto, fascismo e razzismo

Pubblicato:27-01-2023 14:06
Ultimo aggiornamento:27-01-2023 14:06
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gualtieri femminicidi
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ROMA – “Una delle pagine più buie della nostra storia”, dalle cui ceneri si è sviluppata però “la risposta più alta a quelle barbarie: la democrazia e i suoi diritti fondamentali”. A spiegare la Shoah agli studenti del liceo classico ‘Tasso’ di Roma è oggi il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che per due ore ha abbandonato i panni di primo cittadino per tornare al suo vecchio ruolo di professore di storia contemporanea. Nell’aula Magna del liceo ginnasio, Gualtieri parla ai giovani di olocausto, fascismo e razzismo, analizzando gli snodi storici più importanti e spiegando agli studenti il meccanismo di morte messo in atto dai nazifascisti.

“È vero che inizialmente il fascismo non ha fatto dell’antisemitismo un elemento portante, ma sarebbe sbagliato cedere alla tesi dell’accidente- spiega Gualtieri ai circa 200 studenti presenti, tutti delle classi quinte- c’era un sostrato di antisemitismo latente. Non violentemente attivo. Ma c’era. Un germe che poi si è sviluppato lentamente, e ha portato l’Italia prima alla fase della segregazione e infine a quella dello sterminio, quando si è arrivati all’eliminazione intenzionale di una parte della propria popolazione. Ma tutto questo per fortuna è stato sconfitto: militarmente e politicamente- sottolinea Gualtieri- Ha vinto una visione diversa, un ordine rispecchiato nella nostra Costituzione. E la nuova Europa che si è formata non si è limitata a ricostituire il vecchio sistema, ma ha sviluppato una forma politica ancora più avanzata e civile”.

Dopo la lezione Alberto, uno studente, chiede al sindaco se l’olocausto è stato una follia collettiva. “Non penso si possa definire così. Parlare di follia ci deresponsabilizzerebbe- risponde il sindaco- Allora c’era una normalità che ha portato a questo. Anche persone normali, non antisemite o razziste, sono state parte di un ingranaggio che ha organizzato lo sterminio di persone quasi in modo industriale, non percependo l’enormità di quello che stavano facendo”. Una tendenza, quella di individuare un popolo a cui attribuire delle colpe, che in forme diverse e meno pericolose, ma “ancora oggi emerge”. Anche per questo, per Gualtieri, “non ci si può mai considerare immuni dai rischi. Non esiste nulla che non cambi, e molto rapidamente le persone si possono abituare a un sistema diverso. Le nostre conquiste civili possono essere intaccate. Quello che abbiamo, può crollare. A questo, serve, studiare la storia: nessuno si può disinteressare di questo”.


Gli studenti applaudono, e il sindaco invita i giovani a visitare la mostra sui campi di sterminio organizzata dalla Fondazione Museo della Shoah e inaugurata ieri al portico di Ottavia.
Uno studente gli chiede un commento sulla guerra in Ucraina. Gualtieri si definisce pacifista, ma ammette che “chi è aggredito ha diritto di difendersi”. Un altro studente contesta l’intervento, il sindaco si distacca dal tema della giornata per approfondire storicamente il conflitto russo-ucraino. “È sbagliato giustificare chi vuole cambiare con la forza i confini stabiliti con la fine della Seconda guerra mondiale”, e invita i giovani a confrontarsi tra loro su questi temi, ma sulla base di fatti storici. “Basta al lessico della politica della violenza. Oggi celebriamo la giornata della memoria, ma non possiamo non ricordare che ora c’è una terribile guerra in Europa. Non dobbiamo voltarci mai dall’altra parte”.

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