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La crisi più pazza del mondo, Renzi sfoglia la margherita Conte l’agenda

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Direoggi

Pubblicato:27-01-2021 17:16
Ultimo aggiornamento:27-01-2021 18:36

matteo renzi giuseppe conte
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ROMA – “Conte ce la fa. Ma che dici? Non ce la fa, tocca a… Hai letto Berlusconi? Gentiloni? E Zingaretti? Poi c’è Renzi che inciucia con Di Maio…”. A livello trasversale sono questi i discorsi che si raccolgono in Parlamento su quella che sempre più appare come non una crisi politica ma di nervi. Oggi cominciano le consultazioni al Colle, con i presidenti di Camera e Senato. Ma è domani che si entrerà nel vivo con la salita dei partiti politici, che spiegheranno, preciseranno, giureranno sulle loro intenzioni future.

Si punta a chiudere entro venerdì-sabato, a quel punto il Capo dello stato deciderà se affidare l’incarico al premier uscente, Giuseppe Conte, o se le questioni non dovessero essere ancora chiarite, un mandato esplorativo allo stesso Conte o ad un altro mediatore. Una sola cosa è certa: gli attuali inquilini del Parlamento vogliono rimanere a casetta loro fino alla fine del mandato, di lasciare il posto non ci pensano proprio. Quindi? Quindi tocca a Conte riuscire nell’impresa, quella di trovare i numeri per avere la maggioranza assoluta al Senato, dove da sempre l’alleanza era in sofferenza, e che poi è stata fatta saltare da Matteo Renzi leader di Italia Viva, che ha determinato la crisi di Governo.

A quanto si apprende è Conte in persona che, agenda alla mano, sta parlando con i senatori interessati a mollare gli ormeggi per sbarcare nel nuovo gruppo parlamentare degli “Europeisti”. Quelli che ci sono non bastano, di fatto sono gli stessi che hanno già votato la fiducia al Governo la scorsa settimana. Ne servono ancora 7-8 per garantire la maggioranza assoluta rendendo i 17 senatori ‘renziani’ aggiuntivi e non più determinanti. Il nodo, gira che ti rigira, sta sempre lì: che farà Renzi? Dirà a Mattarella che non vuole Conte ma che è pronto a dire sì a qualsiasi altro? Da Italia Viva giurano che non ci saranno veti, che a loro interessa mettere giù un vero programma con le cose da fare per davvero da oggi a fine legislatura.


Vero anche che stavolta Renzi non gioca con le mani libere, una mano legata ce l’ha pure lui: nel caso dovesse impuntarsi e mettere di nuovo a rischio l’entrata al Governo di Italia Viva, una fetta consistente dei suoi senatori potrebbe passare in un baleno con la maggioranza rendendolo inutile. Pd e M5S, al momento, stanno attorno a Conte, e da quelle parti spiegano che la partita è nelle sue mani. Se dovesse fallire? A quel punto, sono le voci che si rincorrono, si farà fronte comune solo contro… Le elezioni anticipate.

Tradotto per noi comuni mortali: si cercherà un nuovo nome come presidente del Consiglio. E qui già fioccano i papabili marchiati M5S: da Di Maio a Patuanelli, ministri che hanno un po’ di esperienza con i dossier aperti anche a livello europeo. Gira anche la voce di uno scambio di poltrone tra Conte e Gentiloni, commissario europeo: “Una cavolata, Paolo non ci pensa proprio, a parte gli accordi presi in Europa, che fa? Lascia un incarico importante come quello per venire qui a sentire Toninelli… non scherziamo” dice un esponente Dem.

E un governo di emergenza nazionale con dentro Silvio Berlusconi e Forza Italia? Ci crede, con il coraggio del giapponese rimasto solo sull’isola a combattere, qualche firma del Giornale berlusconiano, che non trovando Salvini e Meloni alleati nella loro grande visione politica, li bolla nero su bianco come “grandi alleati di Conte”. Così stanno le cose, per come le abbiamo capite, in quella che sembra la crisi più pazza del mondo. Facendo sempre tesoro di quanto diceva il nostro amico Stanislaw Jerzy Lec: “Solo le persone di buon senso impazziscono”.

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