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L’Emilia-Romagna stronca il sogno di Salvini e la ‘terza via’ di Di Maio

L'editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:27-01-2020 15:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:54

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ROMA – Fino all’ultimo, tutti i sondaggisti, in Emilia-Romagna parlavano di un testa a testa tra i candidati di centrosinistra e centrodestra e le loro coalizioni. Tutti i fari erano puntati lì, centinaia e centinaia i giornalisti accreditati per seguire il duello ingaggiato dal leader della Lega, Matteo Salvini, che fino a poche ore prima del voto si diceva strasicuro della vittoria. Sorpresa amara quando, contati i voti reali, Stefano Bonaccini, Governatore uscente, ha umiliato il leader leghista con cifre da capogiro: quasi 8 punti di distacco tra lui e Lucia Borgonzoni.

In mezzo allo scontro tra giganti – con il Pd che con la lista Bonaccini tocca il 40% e la Lega al 32% – stritolato il M5S che porta a casa solo un misero 4,7%. Si arresta la marcia di Salvini, che aveva trasformato il voto regionale in una vera e propria battaglia di rilievo nazionale contro il Governo Conte e la conquista di Palazzo Chigi; cade nella polvere la ‘terza via’ né di destra, né di sinistra rivendicata dall’ex Capo politico del Movimento, Luigi Di Maio. Nei prossimi giorni per tutti sarà il momento di fare i conti.

Il Pd, che pur perdendo la Regione Calabria anche lì si conferma primo partito, deve pensare a come attrezzarsi per le prossime elezioni regionali in arrivo a primavera, quando saranno chiamati al voto i cittadini di Veneto, Marche, Toscana, Liguria, Campania e Puglia. A come coinvolgere sempre più questa ritrovata voglia di partecipazione e di piazza risvegliata dal movimento delle ‘sardine’ in tutta Italia. Approfittando del dibattito che, inevitabilmente, si riaprirà dentro il centrodestra sulla scelta dei candidati, visto che la leader di Fratelli d’Italia cresce nei consensi e sicuramente rivendicherà più posti, mentre Forza Italia sta sparendo dai radar. Ma il confronto più drammatico ci sarà dentro il M5S, che a questo punto dovrà scegliere una nuova leadership in sintonia con il nuovo quadro politico e capace di costruire un’alleanza duratura con lo schieramento progressista. Non sarà facile e, stando a qualche voce interna, non è detto che l’area Di Maio accetterà il nuovo corso, con il rischio di una scissione. Ma il momento è questo: le decisioni per rilanciarsi e rilanciare anche l’azione del Governo, non possono più essere rinviate.


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