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Calabria. Nicolò (Fi): “Al Sud, banche e istituti finanziari sono latitanti”

REGGIO CALABRIA - “Spiace dover constatare, per l’ennesima volta, un’amara realtà:

Pubblicato:27-01-2016 14:52
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:51

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REGGIO CALABRIA – “Spiace dover constatare, per l’ennesima volta, un’amara realtà: il Mezzogiorno è completamente estromesso dai programmi di sviluppo dello Stato e del sistema creditizio. Dunque, se il sostegno pubblico al Sud è latitante, altrettanto si può dire per le banche e gli istituti finanziari privati”. Lo dichiara il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione Alessandro Nicolò  che aggiunge: “Dopo la drammatica fotografia di Demoskopika, giungono nuovi sconvolgenti dati da Bankitalia che rappresentano la cifra della distanza ormai siderale tra il Mezzogiorno e il Nord. Altro che ‘Questione Meridionale’, oggi potremmo parlare, a ragion veduta, della scomparsa del Sud da ogni strategia – pubblica e privata –  di crescita”.

“Se le banche investono 6 miliardi in Calabria a fronte dei 216 in Lombardia, è impossibile intravedere anche un solo spiraglio alla recessione in cui naviga la nostra Regione ormai orfana e abbandonata a se stessa” – rilancia Alessandro Nicolò.


“Dall’indagine di Bankitalia: gli impieghi nella sola Lombardia sono più del doppio di quelli che le banche hanno concesso a tutte le regioni meridionali e insulari insieme: in Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Campania e Puglia cittadini e imprese hanno ottenuto poco più di 90 miliardi. Una cifra pari a quanto ha ricevuto la sola Toscana. Nel picco di una crisi economica globale che colpisce con più durezza le aree deboli, si sarebbero dovute garantire, invece, maggiore liquidità finanziaria alle aziende e una maggiore certezza ai lavoratori” – sottolinea il capogruppo di Fi.

Secondo Alessandro Nicolò: “Se gli stanziamenti dello Stato si riducono, le risorse del Sud vanno a finanziare nuova occupazione al Centro Nord e le Banche negano l’accesso al credito e l’erogazione dei finanziamenti a piccole e medie imprese, si boccia, nei fatti, qualsiasi flebile tentativo di ripresa. Eppure, le imprese del Mezzogiorno si confermano locomotive dello sviluppo di un Paese ingessato che predilige un approccio rigido e imbalsamato, incapace di intercettare le esigenze del mondo imprenditoriale e produttivo. Un circolo vizioso – stigmatizza Nicolò – in cui rimangono intrappolati idee, talento e creatività, che pur sono copiosi al Sud, visto il know how, le eccellenze e l’innovazione che siamo in grado di esportare”.

Ad avviso dell’esponente politico di Fi: “Tanti i virtuosi esempi di start up calabresi che camminano unicamente sulle gambe di giovani i quali con coraggio hanno scelto di rimanere nella loro terra per contribuire ad un progetto di crescita. Ma, su queste basi, qualsiasi valida idea imprenditoriale è senza futuro. Che senso ha poi in questo contesto stimolare i giovani in direzione dell’auto-imprenditorialità, scoraggiandoli sulla prospettiva del posto fisso?”.

“Serve dunque – afferma Alessandro Nicolò – una rigida presa di posizione ed un’assunzione di responsabilità da parte del Presidente Oliverio e della Giunta regionale per scardinare meccanismi perversi e dannosi per l’economia e lo sviluppo calabrese, individuando – per mezzo di azioni partecipative ed inclusive di tutte le forze politiche – strumenti e metodi incentivanti e premiali per favorire la nascita ed il sostentamento di nuove attività imprenditoriali e per agevolare l’ordinario funzionamento di quelle esistenti, che a fatica stanno lottando per la propria sopravvivenza. Servirebbe, infine, da parte del Governatore un impegno deciso e concreto ai fini di un utilizzo più produttivo dei fondi strutturali. Le risorse dell’Unione Europea rappresentano, infatti, in un quadro di compressione della spesa e di disimpegno generale rispetto alle questioni e problematiche emergenti – conclude il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione – la vera grande opportunità per la Calabria e per l’intero Mezzogiorno”.

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